SALVATORE PICA: IL GIOIOSO ED ENIGMATICO CARONTE DEL GRANDE RACCORDO ANULARE

La mia amicizia con Salvatore Pica nasce nell’estate del 1985 sul terrazzo di casa Mangoni in occasione delle splendide feste che furono organizzate quell’anno da Fabrizio, da allora in poi  chiamato da Salvatore anche Fabry Mangus. Fu lì che conobbi il Presidente dell’Accademia della Catastrofe e fui colpito dalla grande eleganza della sua ironia. Seguirono nei mesi successivi gli  irripetibili grandi dibattiti all’Ellisse, le feste favolose come quella al lido Pola e tante altre occasioni di incontro nei mesi e negli anni successivi.

C’è stato, però, un periodo in cui ho potuto apprezzare molto meglio questo rapporto di amicizia che dura da circa un quarto di secolo. Mi riferisco alla nostra partecipazione al Maurizio Costanzo Show, che certamente ha consolidato questo rapporto in maniera determinante.

L’appuntamento era ogni volta nel primissimo pomeriggio a piazzale Tecchio, cuore pulsante del quartiere partenopeo di Fuorigrotta con destinazione Roma al  Teatro Parioli per la registrazione di diverse puntate dello show televisivo condotto da Maurizio Costanzo. Per più di 10 trasmissioni, infatti,  tra il 1989 ed il 1990 io e Salvatore Pica fummo ospiti  dello show di Canale 5 che in quegli anni godeva di grandi ascolti. Le prime volte l’occasione fu la presentazione di un mio libro ( “ I grandi progetti per la trasformazione del Mezzogiorno” edito da Leonardo ), successivamente Salvatore fu invitato, sulla spinta dell’ audience,  in qualità di opinionista.

Pica giungeva sotto casa mia  alla guida di una Alfa Romeo 2000 “presidenziale” ( blu notte ) costruita alla fine degli anni ’70  in ottimo stato di conservazione, anche se non assicurata contro furto ed incendio.  Con noi era quasi sempre presente Francesca, che qualche anno dopo sarebbe diventata mia moglie, e  un paio di amici e/o amiche.

Indubbiamente la registrazione della puntata era per noi motivo di grande entusiasmo poiché, non conoscendo assolutamente il tema della serata ed essendo perciò costretti ad improvvisare, eravamo nello spirito proprio dell’Accademia della Catastrofe.

La prima volta era con noi anche Mario Franco già allora notissimo uomo di cultura cinematografica e di grande esperienza televisiva. Devo confessare, però, che quella prima volta  ero emozionato e preoccupato per la partecipazione ad uno spettacolo di cui non potevo assolutamente prevedere i contenuti. Mario Franco fu particolarmente ricco di utili consigli, Francesca mi ricordava in continuazione che mi era vicina con il cuore ed il pensiero, ma in realtà chi  riuscì a sciogliere la mia tensione fu proprio Salvatore che trasformò il viaggio Napoli-Roma in una divertentissima avventura autostradale. Giunti, infatti, sul Grande Raccordo Anulare ( GRA ) ci rendemmo conto che, se è vero che tutte le strade ( ed in particolare tutte le uscite del GRA ) portano a Roma, non riuscivamo assolutamente a capire quale fosse l’uscita per portarci in tempi ragionevoli al quartiere dei Parioli. All’epoca non esisteva il navigatore satellitare per cui i nostri riferimenti erano carte stradale di non facile consultazione e ricordi vaghi di precedenti viaggi nella capitale. In conclusione, entrammo ed uscimmo dal GRA per almeno 4 volte senza che sul volto di Salvatore Pica si disegnasse il benché minimo disappunto. Fedele alla linea, ogni volta che sbagliavamo e ritornavamo indietro, la sua espressione era sempre: “ E’ una catastrofe! “, cui seguiva una fragorosa risata. E’ inutile sottolineare il grande risultato ansiolitico ottenuto da tale comportamento che per ragioni assolutamente incomprensibili si è ripetuto tutte le volte che siamo tornati a Roma per le puntate successive.

Arrivati in prossimità del Teatro Parioli le ragazze si cambiavano d’abito nel sottoscala di un bar, il cui proprietario fu impressionato dal fatto che Salvatore si presentò con la qualifica di Presidente, per cui ci concesse tutte le volte l’uso del sottoscala, dicendo a Pica: “ E come si fa a dire no al Presidente! “ anche se ogni volta traspariva in maniera evidente il suo inconfessabile desiderio di sapere di che cosa Salvatore fosse in realtà il Presidente.

La prima puntata fu comunque per me molto emozionante ma appena fui chiamato sul palcoscenico mi rincuorò enormemente vedere in teatro in terza fila Francesca, Salvatore e Mario.

E fu allora che venne fuori la carta vincente di Salvatore Pica. Una mia battuta riscosse gli applausi del pubblico ma improvvisamente gli applausi furono coperti dall’interminabile risata fragorosa di Salvatore che costrinse Maurizio Costanzo ad individuare chi  fra il pubblico fosse l’autore di quella risata. Pica fu immediatamente inquadrato, Costanzo gli chiese chi fosse, lui si presentò nella duplice veste di mio amico e di Presidente dell’Accademia della Catastrofe, il pubblico in sala si divertì moltissimo per questa definizione. Capii allora che Pica aveva in quella maniera reso estremamente favorevole il consenso del pubblico nei miei confronti per cui la puntata proseguì fino alla fine con grande tranquillità da parte mia. Nella puntata successiva, che venne registrata nella stessa serata, Salvatore Pica fu chiamato da Maurizio Costanzo sul palcoscenico per cui il teatro Parioli divenne per noi una “ carta conosciuta “.

Anche il ritorno a Napoli dopo ogni puntata era particolarmente divertente per l’immancabile difficoltà a raggiungere l’autostrada. Una volta Pica fu riconosciuto dal casellante dell’autostrada che gli chiese come era possibile che ci stava vedendo contemporaneamente in automobile e sul piccolo schermo di un televisore nel suo gabbiotto. Salvatore rispose in maniera enigmatica “ E’ uno degli effetti della Catastrofe! Abbia fede!”.

Un’altra volta, non trovando più lo scontrino, il casellante dell’uscita di Napoli pretese il pagamento del percorso autostradale  non da Roma a Napoli ma da Milano a Napoli. E Pica, con grande eleganza, lo ringraziò per avergli fatto risparmiare il tratto Polo Nord-Milano.

Il ricordo di queste viaggi e soprattutto la grande allegria che li animava  mi ritorna in mente ogni volta che vado in auto a Roma. Devo dire che mi dispiace enormemente che sia stato inventato il navigatore satellitare: anche se ci consente di individuare immediatamente e senza possibilità di errori l’uscita dal Grande Raccordo Anulare per raggiungere i diversi quartieri della capitale, ci priva purtroppo di provare la grande e gioiosa emozione di uno sbaglio” catastrofico”, così come si evince dalle lezioni di vita del Presidente Salvatore Pica.

LUCIO RUFOLO

Torna alla Homepage