Cari amici,
il nostro caro amico Franco De
Arcangelis non c’è più. Prima di lasciarci ci consegnò questa sua ricerca
letteraria che noi pubblichiamo sul nostro sito, in omaggio alla sua discrezione
e alla sua coerenza di vita.
nato
a Venosa (PT) 65 ac.-8 aC. Si fece conoscere a Roma come poeta con i primi
componenti giovanili:gli |”Episodi” e le “Satire”. Seguirono le
“Odi” (Carmina) e le “Epistole”,cui si aggiunse l Epistola ai Pisoni nota
come “Arte poetica”. In occasione dei Ludi secolari celebrati nel
17,compose, per incarico di Augusto,il “Carmen Speculare”.
NAPOLI,
45 circa – 96. L'opera piuttosto ricca di questo poeta comprende
“Tebaide” poema epico, L”Acchilleide”, poema epico rimasto incompiuto ,
le “Silvae” raccolta di poesie in 5 libri e una Fabula saltica
“Agave”. Scrisse anche un poema sulle imprese di Domiziano, andato perduto.
circa
1015-1085.Uomo di vasta cultura ,medico, si occupò di musica e
letteratura;scrisse sermoni e opuscoli vari e compose inni sacri.Fa ttosi
benedettino,fu abate del monastero di San Benedetto a Salerno e, poi,
arcivescovo della città.
Noto
(Siracusa)1376-Ferrara 1459.Fu una delle figure di maggior rilievo del primo
umanesimo italiano. Famoso per il ritrovamento di codici latini e greci tra cui
il “panegirico”di Plinio a Traiano, L”Iliade “conservata a Venezia ,le
tragedie di Eschilo e Sofocle,L”Antologia Palantina”.Importante
L’epistolario.
Policastro
(Salerno) dopo il1440 –Napoli ? dopo 1481,umanista , fu bibliotecario e
gentiluomo alla corte di Ferfinando d Aragona .Forse fu coinvolto
nella congiura antiaragonese di Antonella Petrucci. Fu autore di orazioni,
epistole e di una “deploratio de morte Paulae suae puellae”, nella quale
lamenta la morte in un naufragio della sua giovane amante .
Palermo
1394 – Napoli 1471. Giurista, letteratura, diplomatico, fu al servizio di
Alfonso d’Aragona a Napoli e in questa città fondò l’accademia
“Antoniana”che, retta in seguito dal Pontano, si chiamò Pontaniana.
Incrementò la biblioteca del re, tradusse molti libri, Commentò Livio,Cesare,
Seneca. Famosa una sua raccolta di epigrammi erotici:”Hermanphroditus”.
Napoli
1408-1478; autorevole personaggio alla corte di Alfonso e poi di Ferdinando
d’Aragona. Autore di alcuni memoriali:”Alfonso d’Aragona duca di
Calabria”,”Al Arrigo re di Siviglia e di Toledo”,”Sui doveri del
principe “ e di un “Trattato dello optimo cortesano”.
Soprannome
di Tommaso Guardati, Salerno 1410-1475. Fu a Napoli alla corte aragonese ed èntrò
in amicizia col Pontano. Nel 1463 si stabilì nella sua città natale. Scrisse
una sola opera:”Il Novellino”, una raccolta 50 novelle divisa in cinque
parti, che lo rese famoso.
Lecce
1425-1495, predicatore, diventò vescovo di Aquino. Fu famoso in tutta Italia
per la sua arte oratoria drammatica e spettacolare. Lasciò fortunate raccolte
di prediche sia in Latino che in volgare.
Napoli
1435-1506?, poeta, amico del Pontano e del Sannazaro, fece parte dei circoli che
fiorivano intorno alla corte napoletana. Fu autore di due canzonieri pubblicati
insieme postumi col titolo: “Amori e sonetti sextine et canzone cento del
dicto poeta in laude de li occhi intitolati Argo”.
Napoli
1460-1530 letterato e poeta era gentiluomo di corte. Nel 1501 seguì
nell’esilio l’ultimo re aragonese, Federico.La sua opera si può distinguere
in due periodi. Il primo, quello che precede l’esilio,il secondo,dal suo
ritorno a Napoli dopo la morte del re nel 1504.Al primo periodo appartengono il
poema “Arcadia”, le “farse”, le “Frottole”, e le “Rime”.Nella
secondo fase usò il la tino; ad essa appartengono le “Elegiae”, gli
“Epigrammata”,( tre libri) le “ecloghe piscatorie”.Infine scrisse il
poema in tre libri:”De partù Virginia”.
Con
questo pseudonimo comparve l’autore, rimasto ignoto, di un canzoniere
pubblicato nel 1646, intitolato”La tiorba a taccone”. La tiorba era uno
strumento musicale a dieci corde e il taccone era il pezzo di suola adoperato
per pizzicare le corde. Tutte le ipotesi avanzate sul vero autore, in ogni caso
buon poeta e spirito ameno, sono risultate in attendibili.
Napoli
1507-1591 storico nonché poeta, rivestì, tra l’altro, importanti incarichi
nella sua città. Scrisse una Historia del regno di Napoli in 20 libri, che va
dal 1250 al 1486. Scrisse poesie in latino e italiano, di carattere
epigrammatico e densi di riflessione.
Napoli,
1508 – 1575 poeta, nelle raccolte:”Selve e negli epigrammi, usò il latino
rinnovandolo e rendendolo vivo. Scrisse due commedie: lo “Scilinguato” e “
Gli strabalzi”, e molte egloghe piscatorie. Compose, infine “Rime” un
canzoniere “Rime” in cui espresse in tono commosso il dolore per la morte
della moglie Porzia Capece .
Venosa
(PT) 1510 – 1568. Poeta e soldato fu al servizio del vice re don Pedro de
Toledo. A 17 anni scrisse l’egloga amorosa “I due pellegrini” cui fece
seguito il poemetto “Il vendemmiatore”. Pubblicò il “Canzoniere” e le
“Stanze a Bernardino Martirano”, il poema religioso ( incompiuto) “Le
lacrime di S. Pietro”, uscì postumo. Da menzionare anche i poemetti:
“La Balia” e “ Il podere”.
Napoli
1519 – morta dopo il 1577. Poetessa, autrice di “Rime” petrarchesche,
raccolte in vari libri, dalla intonazione moralistica e sentenziosa. Scrisse
anche un “Discorso sopra il principio di tutti i canti dell’Orlando
furioso”.
Lecce
1531 – Firenze 1601. Storiografo di Cosimo de’Medici, fu anche poeta di
gusto petrarchesco. Lasciò anche dialoghi, commedie, orazioni. Da storico
scrisse: “Delle famiglie nobili napoletane”, “Delle famiglie nobili
fiorentine”, “Istorie fiorentine”, “Discorso sopra Cornelio Tacito”.
Napoli
1535 –1615. Scienziato e scrittore, indagò i segreti della natura senza
pregiudizi e scrisse di alchimia, geometria, farmacopea, anatomia, occultismo.
Scrisse il trattato: “Magiae naturalis”. Commediografo, delle sue molte
commedie ne restano 14 tra le quali più note: “Olimpia” “fantesca”, “trappolaria”,
“ Astrologo”.
Sorrento
1544 – Roma 1595. Poeta, viaggiò molto da bambino col padre Bernardo anche
lui letterato. Dopo la pubblicazione di varie poesie, lavorò a lungo alla sua
opera maggiore:La “Gerusalemme liberata”. Continuò a scrivere anche dopo
essersi gravemente ammalato, pubblicando rime e dialoghi. Altre opere andava
scrivendo tra un viaggi e l’altro: “Re Torrismondo” “Rinaldo”, “L’aminta”,
“Monte Oliveto”. Vano anche ricordati il giovanile “Discorsi dell’arte
poetica” e le opere degli ultimi anni il poema “Le sette giornate del mondo
creato” e “Discorsi del poema eroico”.
Napoli
1545 – 1620. Della sua opera di scrittore si ricordano un poemetto sulla
battaglia di Lepanto intitolato: “La vittoria navale”, nonché una raccolta
di novelle e scritti vari che costituiscono un interessante documento della vita
napoletana nel Seicento: “ Le otto giornate del Fuggilozio.
Nola
(Napoli) 1548 – Roma 1601 filosofo e letterato, entrò giovanissimo
nell’ordine domenicano, che in seguito abbandonò. Viaggiò a lungo in Europa.
In Francia scrisse la commedia famosa: “Il Candelaio”. In Inghilterra
pubblicò opere ispirate alla nuova astronomia copernicana: “La cena delle
ceneri” “De l’infinito universo e mondi”, e dialoghi morali: “Spaccio
de la bestia trionfante”, “De la causa, principio et uno”, “De gl’heroici
furori”. In seguito pubblicò dei poemetti latini ispirati al materialismo
lucreziano. Entrò per questo in contrasto con la chiesa e dovette sottrarsi
alle persecuzioni.Ospite a Venezia di Giovanni Mocenigo, fu da questi denunciato
alla inquisizione, arrestato e processato. Condannato al rogo, venne bruciato a
Roma.
Stilo
(Reggio Cal.) 1568 – Roma 1639. Filosofo e poeta, prese l’abito domenicano,
ma ben presto si accostò alla filosofia naturalistica di Bernardino Telesio,
allontanandosi dalla dottrina della chiesa. Fu sottoposto a processi e
incarcerato a Roma.Tornato in Calabria vi organizzò una rivolta contro gli
Spagnoli, nell’illusione di poter dare inizio a una riforma del cristianesimo.
Accusato di sedizione e di eresia, scontò 27 anni di carcere. I tentativi di
riforma furono argomento del suo libro “La città del sole”. Altre opere,
tutte scritte in carcere: “De sensu rerum et magia”, “Apologia di
Galileo”. Fu anche autore di poesie di pregio artistico.
Napoli
1569 – 1625. Poeta, fu al servizio di famiglie aristocratiche, cosa che gli
consentì di occuparsi di letteratura. Condusse una vita irrequieta e finì in
carcere più di una volta. Dal 1615 visse alla corte di Francia fino al 1623,
quindi tornò a Napoli. Pubblicò varie raccolte di poesie:”Rime”,
“La Murtoleide”, “Epitalami”, “La Galeria”, “La Sampogna”,
“Egloghe boscherecce” cui si aggiungono componimenti minori. Il capolavoro
di G.B. Marino è “l’Adone” poema in venti canti in cui si narra il mito
dell’amore di Venere per Adone.
Matera
1573 –Roma 1661. Poeta esordì con la pubblicazione di un poemetto: “Il
Polifemo”, cui seguirono una raccolta di “Rime” e il poema: “Il mondo
nuovo”, il “ Canzoniere” che comprende anche le prime “Rime”. Nella
prosa polemica de “L’occhiale” riprende l’attacco contro G.B. Marino in
difesa del classicismo.
Napoli
1575-1625. Poeta, la sua opera è pressoché tutta rivolta a illustrare gli
aspetti pittoreschi di Napoli: “ La Vaiasseide”, poema delle serve
napoletane: “Micco Passaro ‘nnammuraro”, “ Viaggio in Parnaso. “Lo
cerriglio incantato”. Il nome Cortese compare sul frontespizio di una ristampa
de “La tiorba a taccone” che ha per autore uno pseudonimo: Filippo
Sgruttendio. Ma il cortese non può avere nulla in comune con “La tiorba a
taccone” visto che era morto a 21 anni prima della comparsa dell’opera
(1646).
Napoli
1575 – Giugliano (Napoli) 1632, poeta e novelliere, scrisse opere in
lingua e in dialetto. Tra le prime figurano poemetti e liriche. Ma la fama
dell’autore è legata tutta alle opere dialettali e soprattutto a “Lo cunto
de li conti” ( ovvero lo trattenimento de piccerille) raccolta di 50 novelle
comparsa postuma con lo pseudonimo di Gian Alesio Abbattutis. La seconda è
composta dalle egloghe de “Le muse napoletane”.
Palermo
1579 – Roma 1642, poeta e membro di varie accademie, fu protetto da principi e
cardinali. Scrisse rime di gusto secentista. Più importanti i due oratori:
“ La fede” e “ Il trionfo”.
Napoli
1615 - Roma 1673, pittore ma anche poeta dedito agli studi letterari e alla
musica. Da poeta compose sette satire: “La musica”., “La poesia”, “La
pittura”, “La guerra”, “l’invidia”, “La Babilonia”, “Il
Tirreno”.
Napoli
1617 – 1695, scrittore, aveva preso il saio per voto e divento canonico. Visse
le vicende della rivolta di Masaniello, senza farsene coinvolgere, ma scambiato
per un rivoltoso venne arrestato e incarcerato alla Vicaria. Questo episodio lo
spaventò a tal punto che giurò di farsi prete. Liberato, mantenne la promessa.
E’ autore di versi satirici e di qualche lavoro teatrale. Ma a renderlo famoso
furono le “Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di
Napoli ( divise in 10 giornate per guida e comodo dei viaggiatori”.(1692).
Bagnoli
Irpinio (AV) 1617- Napoli 1695. Medico, erudito, letterato, fece parte di quel
cenacolo di intellettuali eccellenti che fiorirono a Bagnoli Irpinio nel ‘500,
tra cui G.B. Abiosi, medico e famoso astrologo, Ambrogio Salvio, teologo e
pedagogo, Alessandro Ronca, condottiere ed eroe a Lepanto e tutta una schiera di
artisti, scultori, ceramisti, intagliatori nel legno che dettero vita a un
fervore creativo e inn vatore che si diffuse in Italia e fuori. A Bagnoli
accorsero intellettuali ed il fiore degli accademici pontaniani tra cui il
Sannazaro che tra i boschi del luogo compose “l’Arcadia”. Insomma, Bagnoli
era diventato un centro di cultura umanistica da far invidia al mecenatismo dei
Medici e degli Estensi. Tra gli altri Leonardo di Capua, eminente scienziato che
rivoluzionò la medicina e osò mettere in discussione l’autorità di Aristole
e di Galeno. Tra le sue opere scientifiche: “Lezione intorno alla natura delle
mofete”, “Ragionamenti” ; da poeta, sostenitore del classicismo, scrisse
sonetti petrarcheschi.
Napoli
1644 – Firenze 1708. Poeta , letterato, accademico della Crusca, insegnò allo
studio Fiorentino. Collaborò alla pubblicazione delle opere del Petrarca e
alla ristampa del “Vocabolario”. E’ autore di “Poesie sacre e morali”,
di drammi musicali e di satire.
Bagnoli
Irpinio 1651 – Napoli 1681. Fu autore di poesie satiriche e di vari
componimenti poetici in dialetto napoletane. Tra questi si segnala “La
Caputeide”. Tutte le opere di questo poeta sono rimaste inedite fino
all’ottocento.
Napoli
1659 – 1719. Commediografo, accademico degli investiganti. Sulla questione
della lingua si schierò dalla parte del purissimo nel trattato “ Della lingua
nobile d’Italia”. Fu autore di varie commedie sul modello cinquecentesco:
“La costanza”, “La fante”, “La Giustina”, “Le gemelle”.
Roggiano
(cs) 1664 – Roma 1718. Filosofo, giurista, letterato. Personalità di rilievo
operò attivamente per un rinnovamento profondo della vita sociale. A questo
scopo sono rivolte alcune opere come “ Hydra mistica, de corrupta morali
doscrina”, “Orationes novem”, “ Discorso sopra l’Endimione del
Guidi”, “Ragion poetica”. Tra le opere letterarie vanno ricordate anche:
“delle antiche favole”, “ Opuscula”, “Della divisione d’Arcadia”;
Le cinque tragedie classicheggianti: “ Palamede”, “Andromeda”,
“Servizio Tullio”, “Appio Claudio”, “Papiniana”.
Napoli
1668 – 1744, filosofo e letterato. Poco più che ventenne si trasferì da
Napoli nel Cilento con un impiego di precettore in casa del marchese Rocca. Qui
approfittò della vasta biblioteca per studiare a fondo i classici della
letteratura e della filosofia… In quel periodo uscì una sua lirica di
impostazione lucreziana “Affetti di un disperato”. A 29 anni fu
chiamato alla cattedra eloquenza all’università di Napoli con l’incarico di
tenere, ogni anno, l’orazione inaugurale dei corsi. La più importante di
queste orazione fu quella del 1702 intitolata “ De nostri temporis studiorum
ratione”in cui attacca il cartesianesimo, il razionalismo e il metodo
deduttivo. Altra opera importante è “De antiquissima italorum sapientia”.
Quindici anni più tardi, nel 1725, ascì il suo capolavoro: “Principi della
scienza nuova”, riveduta e rielaborata ad ogni successiva edizione, fino a
quella del 1744 pubblicata poco dopo la sua morte.
Ischitella
( FG) 1676 – Torino 1748, fu uno dei massimi rappresentanti del pensiero
giurisdizionalista. La sua “Istoria civile del Napoli” fu una coraggiosa
difesa dell’autonomia dello stato laico, contro gli abusi dell’autorità
ecclesiastiche. L’opera, tradotta in varie lingue, ebbe grande risonanza in
tutta Europa. Per sfuggire alle persecuzioni si rifugiò prima a Vienna, poi in
Piemonte. Qui, arrestato, fu messo in carcere, (1736) dove morì.Durante la
detenzione scrisse la sua autobiografia: “Vita scritta da lui medesimo”.
Postumo uscì il “Tritegno”, opera composta nel periodo viennese, nella
quale riprende la polemica anticuriale.
Castiglione
(SA) 1713 – Napoli 1749. Filosofo, economista, letterato, fu uno dei massimi
rappresentanti dell’illuminismo italiano. Naturalmente fu molto avversato
dagli ambienti ecclesiastici per le sue convinzioni. In polemica con tali
ambienti, scrisse le “Lettere ad un amico provinciale” sul modello delle
“Provinciales” di Blaise Pascal… In un’altra opera “Il vero fine delle
lettere e delle scienze”, sostenne la funzione sociale della letteratura. Nel
trattato “Diceosina, o sia della filosofia del giusto e dell’onesto”,
mostra i motivi del riconoscimento di una legge di natura uguale per tutti gli
uomini, sulla quale può fondarsi una civile convivenza umana; e, nello stesso
tempo sottolinea il ruolo dell’educazione che deve opporsi a tutto ciò che
tende ad oscurare nell’uomo i principi razionali.
Napoli
1713 – 1815. Letterato e storico di formazione illuminista, prese parte alla
rivoluzione napoletana del 1799. E’ autore di commedie, satire e prose varie.
Acquistò notorietà soprattutto per i suoi lavori di storia della cultura:
“Storia critica dei teatri antichi e moderno” e “ Vicende della cultura
nelle Due Sicilie” condotta seconda i criteri dell’estetica illuministica.
Santacroce
del Sannio (BN) 1743 – Napoli 1806. Allievo del Genovesi, del quale scrisse
l”Elogio storico”, si dedicò ad approfondite indagini sulle condizioni del
reame di Napoli i cui esiti dettero origini alla “Descrizione dello stato
antico e attuale del contado del Molise” e alla “Descrizione delle Sicilie”.
Durante la rivoluzione del 1799 si tenne in disparte a causa della scarsa
parete.
Napoli
1730 . 1812. Drammaturgo e librettista. Da giovane lavorava da ricamatore presso
una tintoria a Napoli. Iniziò a scrivere nel 1750 a Roma adattando il
repertorio per alcune rappresentazioni. Ottenne i primi riconoscimenti nel 1760.
Scrisse numerosi testi: “Fedeltà in amore”, “Il barone di Crocchia”,
“L’osteria di Marechiaro”, “La pittrice”, “Li napoletani in
America”, “La Zelmira”, “La Mergellina”, “La finta parigina”,
“L’astuzia amorosa”, “L’osteria di Posillipo”, “Il principe
riconosciuto”, “La Blinda”, “La creduta infedele”. Partecipazione
popolare al movimento giacobino.
Legnano
(Teramo) 1744 – 1835. Anche lui, come il Galanti, allievo del Genovesi.
Liberale moderato era lontano dalla passione illuministica e giacobina. Ricoprì
incarichi di governo in particolare durante il regno di Giuseppe Bonaparte.
Scrisse “Ricerche sul vero carattere della giurisprudenza romana e dei suoi
cultori”, “Memorie storiche della Repubblica di San Marino”, “Pensieri
sull’istoria e sull’incertezza e inutilità della medesima”. Si occupò
anche di estetica dando vita a “Nuove ricerche sul bello”.
Brienza
(PT) 1748 –Napoli 1799. Filosofo, giurista, martire della Repubblica
partenopea del 1799. Allievo del genovesi, si impose all’attenzione pubblica
con un opera di grande respiro: “Saggi politici dei principi, progressi e
decadenza della società”, dalla storia fondata sulla concezione di G. B. Vico
e sulla tradizione storiografico dell’Illuminismo. Avendo aderito alla
“Società patriottica”, sconta un periodo di carcere e quindi esiliato.
Tornato a Napoli al nascere della Repubblica, fece parte del governo
provvisorio, contribuì a elaborare il progetto di Costituzione e combattè
contro i borbonici. Catturato fu impiccati con altri patrioti il 29 ottobre
1799. Tra le altre opere vanno ricordati i “Principi del Codice penale”,
pubblicati postumi. Scrisse anche alcune tragedie di cui una: “Gli esuli
tebani” dedicata al Filangieri, il dramma lirico “ Corradino” e la
commedia “Emilia”.
Napoli
1752 –Vico Equense (NA) 1788. Laureatosi in legge esercitò per qualche tempo
l’avvocatura che presto abbandono per dedicarsi agli studi. Nel 1787 fu
chiamato a far parte del Consiglio Superiore delle finanze. Intanto lavorava
alla sua opera maggiore: “Scienze della legislazione” di cui pubblicò primi
due volumi. La morte sopraggiunta a soli 36 anni gli impedì di completare il
terzo. La “Scienza della legislazione” è tutta rivolta alle concezioni
dell’illuminismo: italiano: fiducia nel potere della legislazione, coscienza
della funzione degli intellettuali, rifiuto della politica di potere, lotta
contro il fanatismo e la superstizione, ricerca puntuale e concreta delle
riforme nella politica, nell’economia, nel diritto e nell’istruzione. Altre
opere: “Della pubblica e privata educazione”, “Riflessione politiche”.
Napoli
1775 – Firenze 1831. Avviatosi nella carriera militare, nel 1799 simpatizzò
per la Repubblica, caduta la quale, venne messo in disparte..Nel periodo
napoleonico fu aiutante di campo del Re Gioacchino Murat. Ebbe importanti
funzioni militare anche 1820, durante il costituzionale. Con la restaurazione
borbonica venne esiliato in Moravia. Tornato in Italia nel 1823, si stabilì a
Firenze dove conobbe il Capponi, il Leopardi, il Tommaseo, il Giordani; collaborò
all’Antologia “, la rivista fondata e diretta (1821-1833) da Giovan Pietro
Vieusseux. La sua opera più nota: “Storia del Reame di Napoli dal 1734 al
1825”, pubblicata postuma.
Orsogna
(CH) 1792.E’ il chiosatore erudito e puntuale del Celano per l’esizione
1858-1860 della sua opera “Notizie del bello…ecc”.Pubblicò funzionario,
fu segretario generale dell’Intendenza di Calabria, ma non trascurò gli studi
e le ricerche che lo appassionavano. Nel 1851 pubblicò il primo volume dell”Antologia
politico istorica tratta dal testo Tacito”. Il suo commento al Celano è
un’inesauribile di notizie, aggiunte, note per “farne risultare – come
egli stesso dice –un insieme d’antico e di moderno che sia chiaro, piacevole
e interessante per tutti”.
Napoli
1801-1852. Autore di drammi e librettista, oltre che pittore. Scrisse il
libretto della “Lucia di Lammermoor” per Gaetano Donizetti; quelli della
“Luisa Miller”, del “Trovatore” e della “Battaglia di Legnano” per
Verdi. Altri ne scrisse per Giovanni Pacini, Saverio Mercadante, e tutti di
intonazione prettamente romantica.
Napoli
1802 – Venezia 1848. Poeta e patriota, esiliato dopo i moti del 1821 insieme
al padre e al fratello Carlo, visse in Germania, Francia e Inghilterra. A
Firenze frequentò il Leopardi e il Tommaseo e da loro la sua opera poetica fu
sensibilmente influenzata. Morì alla difesa della Repubblica veneta per le
ferite riportate nel combattimento di Mestre. Rimangono due raccolte di versi:
Liriche (1843) e “Poesie edire e postume” (1852) tutte di ispirazione civile
e religiosa.
Napoli
1806 – 1888. Scrittore di idee liberali che gli costarono l’esilio in
gioventù. Dopo l’Unità d’Italia venne eletto deputato e poi senatore al
parlamento. Collaborò alla rivista l”Antologia”. Strinse amicizia Giacomo
Leopardi del quale curò l’edizione delle opere. Scrisse volumi di storia e di
narrativa tra cui il romanzo a sfondo sociale: “ Ginevra e l’orfana della
Nunziata”, ed un libro di memorie: “ Sette anni di sodalizio con Giacomo
Leopardi”.
Ariano
di Puglia 1809 – Napoli 1852, poeta, sacerdote di idee liberali, ma molto
caute e moderate. Tradusse Byron, Hugo e Lamartina e pubblicò versi ora di
intonazione patriottica, ora di esortazione cristiana, suggerendo ai poveri
l’obbedienza e il sacrificio: “ Armonie italiane”, “ Canti del
Viggianese”, “Canti del povero”.
Napoli,
1813 – 1876, letterato e patriota liberale, fu allievo di Basilio Puoti
insieme al De Sanctis. Fu arrestato una prima volta per cospirazione e scontò
tre anni di carcere. Più tardi, per aver pubblicata anonima la “ Protesta del
popolo delle due Sicilie”, si sottrasse alla cattura rifugiandosi a Malta.
Prese parte ai moti del 1848 e, al ritorno dei Borbone venne di nuovo arrestato
e condannato a morte. La pena fu poi mutata con l’ergastolo. Mentre veniva
deportato in Argentina riuscii a fuggire ed a riparare in Inghilterra. Tornò in
Italia nel 1866 e si dedicò all’insegnamento. Pubblicò le “Lezione di
letteratura italiana”, fortemente caratterizzate dalla passione politica, le
“Ricordanze della mia vita” ed un romanzo: “I neoplatonici”.
Morra
Irpinia, oggi Morra De Sanctis, 1817 – Napoli 1883, intellettuale della
“Nuova Italia, uomo politico, e critico.” Insegnò al collegio della
Nunziatella, si interessò agli sviluppi della cultura Europea e, in
particolare, all’ Heghelismo. Nel 1848 partecipò con i suoi allievi
all’insurrezione napoletana per cui, nella successiva repressione, venne messo
in carcere dove rimase due anni e mezzo. Imbarcato per essere deportato in
America, riuscì, con uno stratagemma a sbarcare a Malta e a raggiungere
Torino, allora asilo di perseguitati politici. Riprese gli studi e l’attività
culturale, organizzò corsi pubblici di lezioni dantesche, iniziò la revisione
critica dell’Estetica Hegeliana. Tornato a Napoli dopo il 1860, venne più
volte eletto deputato al Parlamento Nazionale e fu più volte Ministro della
Pubblica Istruzione. Pubblicò “Saggi critici” la famosa “Storia della
letteratura Italiana” sulla quale si formarono generazioni di giovani
intellettuali, i saggi sul Tetrarca e il Leopardi, i volumi su “Manzoni e la
scuola Cattolico – Liberale” e su “Mazzini e la scuola democratica”,
scritti autobiografici “La giovinezza” e il “Viaggio elettorale”.
Napoli
1819 – 1891, scrittore dalla prolifica vena popolare, pubblicò numerosi
romanzi, circa un centinaio, raccontando torbide vicende e dipingendo a forti
tinte le misere condizioni di vita nei quartieri affollati. Fra i titoli più
noti: “La cieca di Sorrento“, “I Vermi“, “I misteri di Napoli“,
“La sepolta viva“.
Napoli
1826 – Torre del Greco (Na) 1895, politico, letterato, storico, fu deputato al
Parlamento Nazionale, eletto per il Partito Moderato e Ministro della Pubblica
Istruzione…pubblicò saggi storici: “Camillo Cavour”, “Distraeli e
Gladstone”, “Storia dell’Europa durante la Rivoluzione Francese”, volumi
di critica e polemica letteraria: “Perché la letteratura italiana non è
popolare in Italia”, “Maneoni e la lingua” e scritti autobiografici.
Catanzaro
1834 – Bologna 1913, filosofo e letterato, seguace dell’indirizzo cattolico
moderato del Gioberto e del Rosmini. Insegnò Storia della Filosofia a Bologna.
Si oppose con forza contro i primi tentativi di suscitare un movimento a favore
del divorzio e favorì l’introduzione del catechismo nelle scuole. Scrisse
saggi come: “Amore, dolore e fede”, “Dialettica serena”. Tradusse dodici
dialoghi di Platone.
Mineo
(CT) 1839 – Catania 1915, narratore e critico teatrale, fu considerato
l’ideologo del verismo italiano. Si interessò agli sviluppi del naturalismo
francese, soprattutto a Emile Zola. Scrisse romanzi : “Giacinta”,
“Profumo”, raccolte di fiabe “C’era una volta”, volumi novelle: “Le
appassionate”, “Le paesane”, saggi di critica letteraria, studi sulla
letteratura contemporanea.
Catania
1840 – 1922, scrittore, romanziere, educato al liberalismo e all’impegno
civile rilevò presto la sua vocazione letteraria. Scrisse a 16 anni il suo
primo romanzo, rimasto inedito: “Amore e patria”.Cinque anni dopo seguì un
altro romanzo: “ I carbonari della montagna”. Si arruolò nella Guardia
nazionale durante la spedizione garibaldina pur continuando a produrre.In questo
periodo lo scrittore passò dal romanticismo critico a quello passionale,
passaggio documentato dai successivi romanzi: “ La peccatrice”, “ Storia
di una capinera”. Trasferitosi a Firenze prima e a Milano più tardi, entrò
in contatto con gli ambienti letterari di queste città. Vi conobbe Francesco
Dall’Ongaro, Giuseppe Giocosa, Arrigo Boito. In quegli anni publicò “
Eva”, “ Tigre reale”, “ Eros”. Nel 1881 esce “I Malavoglia” , in
cui culmina il nuovo orientamento verista del Verga. Nel frattempo dava alle
stampe una raccolte di novelle: “ Vita dei campi” cui si affiancheranno
quelle di “ Novelle rusticane”, “Per le vie”, “Vagabondaggio”; “I
ricordi del capitano d’Arce”, “Don candelario”. Dalle novelle ricavava
materia per drammi: “Cavalleria rusticana”, “La portineria”, “La
lupa”. Nel 1889 esce il secondo grande romanzo: “Mastro del Gesualdo”. Il
romanzo: “La duchessa di Leyra” rimase incompiuto.
Napoli
1841 – 1922, poeta e commediografo. E’ noto soprattutto per le commedie “I
mariti” che ottenne subito gran successo. Altri titoli: “Troppa grazia”,
“La moglie”, “Triste realtà”, “Scrollina”. Pubblicò anche commedie
in dialetto napoletano: “’E ddoje catene”, “’A chiesa d’o sanghe”,
e una raccolta diversi: “Schegge”.
Catania
1844-1912, poeta, nei suoi versi “Palingenesi”, “Lucifero”,
“Giobbe”, “Atlantide”, si propose, con stile declamatorio, come il vate
degli ideali umanitari, inneggiando alla scienza, al progresso, alla libertà,
alla giustizia. Pubblicò anche alcune traduzioni da Lucrezio, Orazio, Catullo,
P. B. Shelley.
Certa
1884- Napoli 1927, scrittore giornalista nei suoi racconti e bozzetti pubblicati
in vari periodici e poi raccolti in volumi: “Racconti”, “La visione di
picche”, “Quel che accadde a Nannina”, dipinge scene e personaggi della
piccola borghesia napoletana. Tradusse anche, con risultati notevoli, alcuni
grandi romanzi russi dell’ottocento.
Campobasso
1849 – Napoli 1925. Critico e filosofo adottò e seguì il metodo storico.
Conduse diversi studi e ricerche di filologia romanza e di letteratura italiana,
tra i quali si segnalarono: “Sule origini dell’antica forma flessionale del
nome italiano”, “Studi sulla Divina Commedia”, “La correzione ai
promessi sposi alla questione della lingua”, “Versificazione italiana e una
poetica medioevale”, “Varietà critiche” uscito postumo nel 1929.
Cosenza
1850 – Roma 1923, narratore orientato in direzione del verismo, fu autore
molto prolifico. Scrisse più di cinquanta romanzi e circa duecento racconti,
attraverso i quali rappresentò i drammi, le passioni e le leggende della
Calabria, così come andavano facendo Luigi Capuana per la Sicilia e Matilde
Serao per Napoli. Molto spesso, però, la sua tecnica narrativa richiama i
moduli tipici del romanzo d’appendice. Tra i libri di maggior successo:
“Racconti calabresi”, “La Magna Sila”, “Frate Angelico”, “Badia di
Montenero”.
Napoli
1853 – 1925, attore,commediografo, cominciò quindicenne la carriera di attore
interpretando piccoli ruoli, poi entrò nella compagnia di A. Petito…a
ventiseienni era capocomico e tral’altro si provò a scrivere qualche
lavoretto da mettere in scena, ispirandosi alle pochades francesi. Fin dai primi
tentativi ebbe clamorosi successi di pubblico…fra i titoli più noti:
“Miseria e Nobiltà”, “Nu Turco Napulitano”, “Na Santarella”, “Il
figlio di Iorio” in cui fece la parodia della tragedia di D’Annunzio
Pietrapertosa
(Pt) 1853 – Napoli – 1938 Allievo del De Sanctis, fu critico e storico della
letteratura di notevole spessore . Insegnò a Roma e a Napoli e pubblicò
diversi studi pregevoli, sulla cultura medioevale e umanistica, su Dante e
Boccaccia. Vanno segnalati: “Jacopo Sannazzaro”, “Rimatori napoletani del
quattrocento”, “Studi sulla lirica italiana del duecento”, “Studi
danteschi”, “Studi di storia letteraria”.
Patrasso
(Grecia) 1856 – Napoli 1927, giornalista, scrittrice. Impiegata ai telegrafi,
svolgeva contemporaneamente attività di giornalista. Insieme al marito Eduardo
Scarfoglio fondò, il “ Corriere di Napoli “ e “Il Mattino”. Separatosi
da Scarfoglio diede vita a “Il giorno” che diresse fino alla morte.
Scrittrice prolifica lasciò oltre una quarantina tra romanzi e volume di
racconti. “Fantasia”, “la virtù di Checchina”, “Il Ventre di
Napoli”, “Il paese di cuccagna”, “La ballerina”. Più tardi la sua
vena si andò impoverendo con “Temi e il leone”, “Mors tua”, “San
Gennaro nella leggenda e nella vita”.
Napoli
1860 – 1934 Poeta. Iscrittosi alla Facoltà di Medicina, smise molto presto di
frequentare i corsi per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Scrittore
prolifico e vari, produsse racconti, liriche, drammi, libri di erudizione come
“Cronaca del Teatro S. Carlino”. Tra le prose si ricordano “Minuetto
settecentesco”, “Pipa e boccali”, “Novelle napoletane”. Per il teatro
pubblicò “’O voto”, “Assunta Spina”, “Quand l’amour meurt”,
mentre nella poesia compose diverse raccolte: “’O funneco verde”,
“Ariete e sonetti”, “Canzoni e ariette nove”.
Napoli
1861 – Catania 1927 narratore, aderì alla corrente verista e fù amico di G.
Verga e di Luigi Captano. Nelle sue opere esasperò le tinte del verismo, ma si
avvertono anche influenze della narrativa francese, tanto nelle novelle “La
sorte”, “Documenti umani”, “Processi verbali” quanto nei romanzi:
“Ermanno Reali”, “L’illusione”, “Spasimo”, “Messa di nozze”.
Fu nel suo migliore romanzo: “I viceré” che il De Roberto riuscì ad
esprimere le sue autentiche qualità di narratore.
Napoli
1862 – Sorrento 1934. Scrittore, giornalista, pubblicò racconti, drammi,
saggi critici, testi per film. Fra i suoi drammi soprattutto noti:
“L’infedele”, “Ad armi corte”,”Don Pietro Caruso”, “Il piccolo
santo”. “Il trionfo”, “Maternità”, “Sperduti nel buio”, “Notte
di neve”. Vi si trovano i motivi del subsonico, lo spirito della commedia
mondana, spaccati della vita del popolo umile, il mondella borghesia. Bracco era
stato designato per il premio Nobel, ma il regime mussoliniano si oppose, non
desiderando che il prestigioso riconoscimento fosse assegnato ad un
antifascista.
Pescasseroli
(L’Aquila) 1866- Napoli 1952. Filosofo, critico e storico. Esordì con lavori
sulla storia della rivoluzione napoletana di 1799 e sui teatri di Napoli. Sul
terreno della filosofia, si accostò a Hegel, attraverso il marxismo di A.
Labriola, quindi a Vico e a De Sanctis. Approfondì la sua indagine filosofica,
pubblicò L’estetica, la Logica e la filosofia della pratica, fino al
compimento con Teoria e storia della storiografia. Intanto andava illustrandi
gli sviluppi del suo pensiero sulle pagine della “Critica”, la rivista che
aveva fondato nel 1903. Portò avanti gli studi di estetica continuando a
pubblicarne gli esiti: “ Problemi di Estetica “, “ Nuovi saggi di estetica
“, “La poesia di Dante “, “ Ariosto, Shakespeare e Corbeille “, “
Poesia popolare e poesia d’arte “ , “ La letteratura Italiana del Seicento
“. Nel campo della storiografia, dopo “ Storia come pensiero e come azione
“, scrisse: “ Storia d’Italia dal 1871 al 1915”, “ Storia del Regno di
Napoli “, “ Storia dell’Età Barocca in Italia “, “ Storia
dell’Europa nel secolo XIX “. Era stato ministro dell’Istruzione con
Giolitti nel primo dopoguerra, Aveva redatto, su invito di Giovanni Giolitti, il
“Manifesto degli antifascisti”. Nel secondo dopoguerra fu componente del
Comitato di liberazione, ministro nei governi Badoglio e Bonomi, poi senatore di
diritto.
Napoli
1866-1927. Diversamente dalla tradizione Di Giacomo e dei suoi seguaci, permeata
di lirismo, fu poeta di forte realismo, del dialetto napoletano. Già la prima
raccolta, pubblicata a 19 anni, “Gano e Ma ganza”, rivela gli orientamenti
del poeta. Esiti migliori toccò con le raccolte successive: “’E scugnizze”
e “Gente ‘e malavita”. Tra le altre opere si ricordano: “ ‘O Luciano
d’Orre”, il poemetto “ ‘N paraviso”, “Sunettiata”, “ ‘O
Cantastorie”, “ Canzoni, canzonette e bizzarrie”. Scrisse anche drammi:
“Lucilla Catena”, “ ‘A paranza scicca”.
Girgenti
(oggi Agrigento) 1867 Roma 1936. Drammaturgo e narratore, si laureò a Bonn con
una tesi sulla lingua del suo paese: “La parlata di Girgenti”. Tornato in
Italia si stabilì a Roma dove frequento i circoli culturale e collaborò a
“Nuovi Argomenti” e al “Marzocco”. Ma fù dal primo novecento che
cominciò a pubblicare poesie, romanzi e novelle. Tuttavia come autore
drammatico ebbe fama internazionale, a partire dal primo dopoguerra. Sono di
questo periodo “Liolà”, “Pensaci Giacomino”, “La Giara”, “Il
berretto a sonagli”, “Il gioco delle parti”, “Così è se vi pare”,
“Il piacere dell’onestà”. Ancora più clamorose accoglienze ottennero in
seguito: “Sei personaggi in cerca d’autore”, “Vestire gli ignudi”,
“L’amica delle mogli”. Morì lasciando incompiuto il dramma “Il gigante
della montagna”. Alla vasta raccolta di “Novelle per un anno, si aggiunsero
i romanzi: “Il fu Mattia Pascal”, “Quaderni di Serafino Gubbio
operatore”, “Uno, nessuno e centomila”. Nel frattempo uscivano le raccolte
di liriche: “Pasqua di Gea”, “Mal giocondo”, “Elegie renane”. Premio
Nobel 1934.
Napoli
1879-1927. Poeta e prosatore scrisse raccolte di versi: “Poesie d’amore”,
“Sonetti voluttuosi e altre poesie”, molto apprezzati da Benedetto Croce.
Pubblicò anche novelle: “Racconti giocondi”, “Drammi e romanzi brevi”.
Castelvetrano
(Trapani) 1873 – Firenze 1944. Filosofo, collaborò alla “Critica” di
Croce, poi nel 1920 fondò il “Giornale critico della filosofia italiana”.
Aderì al fascismo, fu ministro dell’Istruzione di cui realizzò la riforma.
Principale teorico del fascismo, passò con la repubblica di Salò, alla caduta
del regime. Catturato dai partigiani nel 1944, venne giustiziato. Tra le sue
opere: “Teoria generale dello spirito come atto puro”, “Sistema di logica
come teoria del conoscere”, “La filosofia dell’arte”, “Manzoni e
Leopardi”, “Vincenzo Cuoco”. Diresse l’enciclopedia Treccani.
1876
– 1939. Un poeta e un commediografo, fu popolarissimo come autore di testi di
canzoni napoletane divenute famose, raccolte poi e pubblicate in volume:
“Canzonette”, “Matenate”, “Canta Posillipo”. Come autore per il
teatro scrisse commedie in dialetto “Signorine”, “Anema bella”, “O
Giovannino o la morte”.
Colle
Sannita (Bn) 1881 – Bologna 1962, scrittore e critico letterario. Di
formazione crociata, fu redattore capo della rivista “La Critica” e
professore di letteratura italiana all’Università di Bologna. Scrisse poesie
volumi di narrativa, ma è soprattutto noto per i saggi critici.
“D’Annunzio”, “Civiltà del Novecento”, “La poesia ermetica”,
“Orfano della parola”, “La poesia di Pascoli”.Autore di una “Storia
della letteratura italiana” e curatore delle opere di classici italiani.
Polizzi
– Generosa (PA) 1882 – Fiesole (FI) 1952. Giornalista, letterato, a 22 anni
era direttore della rivista “Hermes”. Insegnò letteratura tedesca prima in
Italia e poi negli Stati Uniti dove si era trasferito nel 1931, dopo aver
pubblicato un severo atto di accusa contro il fascismo. In Italia tornò solo
negli ultimi anni di vita. La sua prima opera: “Storia della critica romantica
in Italia” che si inseriva negli orientamenti crociani, fu seguita , anni dopo
da “Poetica dell’Unità” che segnò il definitivo distacco dal Croce.
Altre opere: “Gabriele d’Annunzio”, “La vita e il libro”. Tra
l’altro fu anche autore di romanzi.
Napoli
1883 – 1942. Scrittore, si dedicò con passione allo studio della storia e
delle tradizioni napoletane. Autore di saggi: “Mastriani”, “I miei
napoletani”; racconti: “Don Liberato si spassa”; commedie, raccolte in
“Teatro” e “Poesie anch’esse in dialetto”. Rimangono celebri alcuni
testi per canzoni: “Signorinella”, “Cara piccina”.
Resina
(oggi Ercolano) Na 1887 – Roma 1941. Filosofo e critico letterario
antifascista, durante il regime preferì rinunciare all’insegnamento
universitario. Da Filosofo fu pessimista sostenendo la impossibilità di una
morale generalmente valida. Da critico scrisse notevole saggi letterari e
teatrali: “Voci del tempo”, “Studi sul teatro contemporaneo”, “La
scena e la vita”, “Estetica”, “La poesia dialettale napoletana”.
Matera
1888 – Firenze 1963. Critico, professore di letteratura italiana a Firenze,
direttore della “Voce” fu autore di saggi critici: “Scrittori del
Novecento”, “Studi”, “Saggio su Leopardi”, “Primi studi
Manzoniani”, “Altro Novecento”, “Scritti vociani postumi”. Curò le
edizioni commentate delle poesie di Foscolo, di Poliziano, di Leopardi.
Castellammare
di Stabia (Na) – 1888 – Napoli 1950. Attore e commediografo, fece un
durissimo tirocinio sulle scene con ruolo di attore, cantante e acrobata, finché
si affemò come macchiettista creando scenette di gusto popolare. Da questo
materiale ricavò spunti per drammi commedie che interpretate con profonda
partecipazione la vita dei “bassi”: “’O vico”, “Tuledo ‘e
notte”, “’A figliata “, “Guappo ‘e cartone”, “’E piscature”,
“L’imbroglione onesto”, “La tavola dei poveri”: Pubblicò anche
raccolte di versi dialettali.
Bari
1890 – Firenze 1963. La lirica di questo poeta trasuda una sofferta religiosità.
Pubblicò diverse raccolte: “Illuminazione”, “Notturni”, “Celeste
affanni”, “Il frutto del tempo. Fu anche attivo e apprezzato collaboratore
di “Lacerba” e del “Frontespizio”.
Napoli
1890 – Roma 1893. Studioso lingue e letteratura slave, ha contribuito a
diffondere in Italia la conoscenza della letterature russa, Professore
all’Università di Roma, ha pubblicato vari saggi critici e storici: “
Storia della letteratura russa”, “Gli artisti italiani in Russia”, “
Storia del teatro russo”, “ Puskin, storia di un poeta e di un eroe” per
il quale gli è stato assegnato il premio Viareggio nel 1960.
Delia
(Caltanisetta) 1892 – Marina di Pietrasanta (Lucca) 1961. Tra i maggiori
critici letterari italiani, fu professore nelle università di Firenze e di
Pisa; fondò la rivista “Belfagor”. Tra i critici di formazione crociana,
superò le rigide contrapposizioni tra poesia e non poesia e nei rapporti tra
letteratura e società. Nel gran numero di libri che scrisse, si possono
ricordare: “Giovanni Verga”, “Abba e la letteratura garibaldina”,
“Francesco De Sanctis e la letteratura napoletana”, “La critica letteraria
contemporanea”, “Machavelli”, “I narratori”. Altri titoli: “Elogio
della polemica”, “De vera religione”, “Il dialogo dei popoli”,
“Invito alla resistenza”.
Palermo
1893 – Roma 1976. Dopo una lunga carriera nella pubblica amministrazione,
giunto alla pensione cominciò a scrivere romanzi che lo segnalarono come uno
dei più significativi autori dell’Avanguardia italiana. “Signorina
Rosina”, “Si riparano bambole”, “Paginette”, “Sinfonia”,
“Testamento”, “Ultime e penultime”, “Pagelle I°”, “Pagelle II°”,
“Sul ponte di Avignone”, un testo quest’ultimo che, pubblicato nel 1938
con uno pseudonimo, venne riproposto nel 1985.
Bagheria
(Palermo) 1899 – 1997 Poeta, ha pubblicato, nella sua lunga vita, molte
raccolte in ialetto siciliano, cariche di un vigoroso senso umano e sociale:
“Lupani si chiama pani”, “La peddi nova”, “La Paglia bruciata”,
“Io faccio il poeta”, che gli valse il Premio Viareggio nel 1972, “Pietre
nere”. Per il teatro scrisse “Colapesce”.
San
Luca (Reggio Calabria) 1895 – Roma 1956. Dall’esperienza della I° guerra
mondiale nacquero i versi di “Poesie grigio verdi”. Le prime esperienze
narrative le fece con i racconti di “L’amata alla finestra”, cui seguì
“Gente in Aspromonte” e, più tardi “L’uomo è forte” andò poi
scrivendo una nuova raccolta di racconti: “Incontri d’amore” e la
trilogia di romanzi: “L’età breve”, “Mastrangelina”, “Tutto è
accaduto”. Scrisse anche saggi e diari: “Itinerario Italiano”, “Quasi
una vita” (Premio Strega), “Il nostro tempo è la speranza”. Giornalista,
collaborò al “Mondo” fu inviato speciale e direttore del
“Risorgimento”.
Palermo
1896 – Roma 1957 Cominciò tardi l’opera di narratore, dopo aver partecipato
alle due guerre mondiali e compiuto lunghi viaggi all’estero. Il suo romanzo
“Il gattopardo”, uscito postumo 1958, ebbe il premio Strega e fu occasione
di vivace polemiche letterarie. Scrisse anche un libro di “Racconti”, e
saggi critici: “Lezioni su Stendhal”, “Inviti alle lettere francesi del
‘500”, “Letteratura inglese”.
Palmi
(R.CAL.) 1898 – Roma 1985, esordì con una raccolta di poesie: “Poemi della
solitudine” per dedicarsi poi alla narrativa. S’impone, in questo campo, il
ciclo dei fratelli Rupe: “I fratellini Rupe”, “Potenza dei fratelli
Rupe”, “Passione dei fratelli Rupe”, “Storia dei fratelli Rupe”. Altri
romanzi: “La carne inquieta”, “L’ultimo cireneo”.Pubblico anche un
libro di racconti: “Racconti della mia Calabria”, un saggio: “Compagni di
strada”, e il dramma: “La madre incatenata”.
Napoli
1900 – Roma 1984, attore e commediografo, in principio scrisse i testi
per la Compagnia che dirigeva con i fratelli Peppino e Titina, dal 1944 con la
sola Titina, dal 1951 in poi da solo. Dopo una serie di commedie farsesche, cercò
nuove strade per un discorso di più ampio respiro sui temi scottanti della
vita. Nacquero cosi le commedie divenute famose: “Ditegli sempre di si”,
“Sik Sik, l’artefice magico”, “Natale in casa Cupiello”, “Non ti
pago”, “Napoli milionaria”, “Questi fantasmi”, “Filumena
Maturano”, “Le voci di dentro”, “Mia famiglia”, “De Pretore
Vincenzo”, “Sabato, domenica e lunedì” “Il Sindaco del rione sanità”,
“L’arte della commedia”, “Il contratto”. “Bene mio e core mio”,
“Il monumento”, “Gli esami non finiscono mai”. Fu autore anche di
raccolte di poesie: “Il Paese di Pulcinella”, “Le poesie di Eduardo”,
“’O pensiero e altre poesie”.
Catanzaro
1900 – Roma 1987, critico, insegnò letteratura italiana all’Università di
Roma, collaborò a “Il Leonardo”, “La Cultura”, “La Nuova
Antologia”. Fu anche redattore capo della “Enciclopedia Italiana”. Pubblicò
diversi saggi: “Il Decamerone”, “Tetrarca”, “Titanismo e pietà in
Giacomo Leopardi” “Realismo Romantico”, “Dante vicino”, “Saggi sul
Rinascimento italiano”.
Frattanaggiore
(Napoli) 1901 – Roma 1974 Critico orientato nel senso del conservatorismo
ndella “Ronda”, fu sicuramente tra i più informati interpreti della
letteratura italiana contemporanea. Aspetto, quest’ ultimo testimoniano, tra
l’altro, dalle sue opere: “Ragguaglio sulla prosa d’arte”, “Prosatori
e narratori del Novecento Italiano”, “Novecento letterario”.
Modica
(Ragusa) 1901 – Napoli 1968. Dopo aver esercitato vari lavori a Roma, Reggio
Calabria e Firenze, Elio Vittoriani lo mise in contatto con gruppo di
“Solaria” e fu nella edizione di questa rivista che apparve la sua prima
raccolta “Acue e terre”. Che fu riconosciuto tra i rappresentanti di punta
dell’Ermetismo. A Milano, dove si era trasferito, si occupò di giornalismo
per breve tempo, ottenne la cattedra di letteratura italiana al Conservatorio.
Collaborò come critico teatrale a “Omnibus” ed i suoi articoli vennero
pubblicati in volume col titolo di “Scritti sul teatro”. Nel 1959 ricevette
il premio Nobel per letteratura.
Napoli
1902 – 1963, narratore ben presto, a 23 anni, abbandonò Napoli per
trasferirsi a Milano dove lavorò da giornalista. Tra le sue opere di narratore
si ricordano “L’oro di Napoli”, “A Milano non fa freddo”, “Gli
alunni del sole”, “Coraggio, guariamo”, “Gli alunni del tempo”. Sua è
anche la commedia: “Il Califfo Esposito”.
Guardialfiera
(Campobasso) 1902 – Roma 1950. Il Molise era lo scenario delle sue opere dal
romanzo “Signora Ava” ai racconti de “L’impero in provincia”, al
successivo romanzo: “Le terre del Sacramento”, che ottenne il Premio
Viareggio (1950).
Catania
1904 – Roma 1976. Avviato alla giurisprudenza, si dedicò alla letteratura e
al giornalismo. Collaborò al Corriere della Sera e alla Stampa, e fece lo
sceneggiatore cinematografico. Da letterato, dopo le prime prove, si affermò
col romanzo: “Quartieri alti”, cui seguì: “Un amore a Roma”, e altri
romanzi sempre su sfondi romani: “Cronache romane”, “Roma amara e dolce”
una variante: Il paesaggio siciliano, messo al centro di “La cugina”, “Un
bellissimo novembre”, “Graziella”.
Catania
1904 – Napoli 1971 Scrittore e filologo, insegnò filologia romanza e
letteratura italiana all’Università di Napoli. Pubblico numerosi studi che
vanno dalla lirica provenzale a Boccaccia, alle letterature medioevali francesi
e spagnola. Tra le edizioni critiche da lui curate, si segnala quella del
“Roman de la rose”, del “Teseida” e del “Filocolo” di Boccaccia. Fu
direttore, per un periodo del grande dizionario della lingua italiana UTET. Tra
i suoi saggi si ricordano: “La coscienza letteraria del Medioevo” e
“Mitografia del personaggio”.
Pachino
(Siracusa) 1907 – Torino 1954. Scrittore, compiti gli studi andò ad abitare a
Roma dove lavorò da giornalista e si occupò di letteratura. Esordì con il
romanzo “Singolare avventura di viaggio”. Tornata in Sicilia si dedicò
all’insegnamento. Alla seconda fase narrativa appartengono i romanzi. “Don
Giovanni in Sicilia”, “Il bell’Antonio”, “Paolo il caldo”, rimasto
incompiuto. Il suo capolavoro novellistico “Il vecchio con gli stivali”,
venne tradotto in film “Anni difficili” da Luigi Zampa.
Bovalino
Marina (Reggio Calabria) 1908 – 1988. Il suo primo lavoro di scrittore,
pubblicato su “L’Italiano” di Longanesi, furono degli aforismi sui valori
del mondo contadino, raccolti poi nel volume “I caratteri”. Altre opere di
narrativa: “Le memorie del vecchio maresciallo”, “Mimì Cafiero”, “La
ragazza del vicolo oscuro”, “Tre racconti”. Pubblicò saggi: “Il volto
della Calabria”, “Viaggio in Egitto” e testi per il teatro.
Montemurro
(Potenza) 1908 – Roma 1981. Diviso per un buon periodo tra interessi letterari
e interessi scientifici (era ingegnere), tra Roma e Mila ha continuato
regolarmente a scrivere e a pubblicare versi. “Horror Vacui”, “Cuore”,
“Campi Elisi”, “La vigna vecchia”, “L’età della luna”, “Il
pasero e il lebbroso”, “Diciotto poesie”, “I nuovi campi elisi”,
“Mosche in bottiglia” (Premio Viareggio 1975), “Dimenticatoio”. Autore
anche di prose raccolte in volume: “Fiori pari, fiori dispari”, “Belli
boschi”.
Siracusa
1908 – Milano 1966. A 16 anni fuggì improvvisamente dalla Sicilia e lo
ritroviamo operaio edile in Venezia Giulia. Dopo le prime prove letterarie
(Scarico di coscienza), pubblicò racconti “Piccola borghesia” poi uscì il
suo primo romanzo: “Il garofano rosso”. Stabilitosi a Firenze, poi a Milano
pubblicò “Conservazione in Sicilia”. Nel dopo guerra intensificò la sua
attività, diresse l’edizione milanese de l’Unità, fondò la rivista “Il
politecnico” e pubblicò romanzi: “Uomini e no”, “Il Sempione strizza
l’occhio al Frejus”, “Le donne di Messina”. Diresse con Italo Calvino la
rivista “Il menabò” e dopo vari anni uscì postumi un nuovo libro “Le
città del mondo”. Anche postumo uscì un volume di saggi: “Le due
tensioni”.
Napoli
1909 – Roma 1992. Esordì nel 1934 col romanzo “Tre operai” cui fecero
seguito “Tre casi sospetti”, “Speranzella” (Premio Viareggio per il
1949), “Amore umano”, “Era l’anno del sole quieto”, “Un foro nel
parabrezza”, “Tanto la rivoluzione non scoppierà”, “Il giorno degli
assassini”, “Il grande letto”. Le opere di questo scrittore sono percorse
da un’ansia di svelare le ambiguità del mondo attuale.
Salerno
1909 – Caparbio (Grosseto) 1976. Poeta, insieme a Vasco Pratolini fondò nel
1938 la rivista “Campo di Marte”. La sua poesia è rivolta a esprimere
il dolore quotidiano, ma ha dato anche voce ai temi della Resistenza e
dell’impegno civile: “Isola”, “Morto ai paesi”, “Il capo nella
neve”, “La forza degli occhi”, “Osteria flegrea”, “La storia delle
vittime”, Premio Viareggio nel 1966, “Rime di viaggio per la terra
dipinta”.
Marano
(Napoli) 1909 – 2003, critico. Ha insegnato letteratura italiana
all’Università di Trieste e diretto la rivista “Problemi”. E’ autore di
diversi studi critici di orientamento marxista. “Il Decamerone”, “Parini e
l’Illuminismo Lombardo” Dall’Iluminismo al verismo, Saggio e proposta”,
“Letteratura di massa e letteratura di consumo”, “Il racconto del
Novecento letterario in Italia”, “La letteratura italiana raccontata da G.
Petronio”.
Avellino
1912 – Acitrezza (Catania) 2004. Critico di orientamento crociano
all’inizio, in seguito si avvicinò al marxismo. E’ autore di fondamentali
studi e ricerche. “Letteratura militante”, “Cultura e poesia in G.G.
Belli”, “Realismo e controrealismo”, “Giovanni boccaccia”, “Studi su
De Sanctis e altri scritti di storia della critica”, “Don Chisciotte in
Sicilia”, Il Papa che sorrise al Belli”, Giudizio di valore”. Ha diretto
le edizioni delle opere complete del De Sanctis”; ha diretto “La letteratura
italiana Storia e testi” per Laterza; ha tradotto tutta l’opera poetica di
C. Baudlaire.
Trani
(Bari) 1912 – 2001, critico e saggista. Ha insegnato all’Università di
Roma; studioso di Letteratura francese, si è occupato anche di autori italiani
e di storia del teatro. Tra i suoi numerosi saggi vanno segnalati: “Baudelaire
critico”, Baudelaire e la poetica della malinconia”, “Il paradiso della
ragione”, “Vita, avventure e morte di Don Giovanni”, “I fantasmi
dell’opera”, “Il silenzio di Moliére”, “Il Principe di Palagonia”,
“L’angelo della notte”, “Pirandllo o la stanza della tortur”, “Saggi
italiani”, “Dal Medioevo al Settecento”, “Proust e dintorni”, “Il
Teatro delle Passioni”, “Manzoni e la via del romanzo”, “Ritratti,
personaggi, fantasmi”.
Maglie
(Lecce) 1913 – 1998. Si è dedicato allo studio della letteratura
contemporanea da poizioni vicino all’Ermetismo. Tra i suoi saggi. “Esemplari
del sentimento poetico contemporaneo”, “Caratteri e figure della poesia
italiana contemporanea”, “Poesia spagnola del Novecento”, “Semantica e
metrica dei “Sepolcri” del Foscolo”, “L’enigma della poesia di Pietro
Bigonciari”, “Tommaso Landolfi”, “Pratolini”.
Napoli
1915 – 1998. Narratore, ha pubblicato romanzi percorsi da una venatura ironica
e surreale: “L’amara scienza”, “Capriccio con rovine”, “L’allegria
dell’orco”, “Malabolgia”, “Mater Camorra”, “L’oro nel fuoco”.
Nel suo lavoro di scrittore non manca il rifacimento e il pastiche: “Commento
alla vita di Pinocchio”, “La vita nova di Pinocchio”, Ha pubblicato anche
raccolte di poesie: “I Santi dietro alle porte”, “Nero di luna”.
Napoli
1915 – Roma 1994. Scrittrice, figlia di Benedetto Croce, ha pubblicato libri
di memorie e studi critici: “Ricordi familiari”, “L’infanzia dorata”,
“Due città”, “Romantici inglesi e altri saggi”, “Francesco De Sanctis”.
In collaborazione con la sorella Ada ha pubblicato: “Il congedo del
romanzo”, e “Il romanticismo spagnolo”.
Tursi
(Matera) 1916 – Roma 1995, poeta, ha usato con esiti suggestivi il dialetto
arcaicodi Tursi, un’isola linguistica dove è ancora vivoil neo-latino della
Basilicata. “Aterra d’u ricordo”, “l’nnamuréte, “Metaponto”,
“Nd’u piccicarelle di Turse”, “Eccò ‘a morte”, “Famme dorme”,
“Nu belle fatte”, com’a ghiu a fe”, Si po’ nu Jurne”, “Tante che pàrete
notte”, “Non c’è pizze di munne”.
Palermo
1916- Roma 1991, scrittrice sposata con Leone Ginzburg, con lui e con i figli fu
confinata per antifascismo. Ha pubblicato diversi libri di narrativa: “E’
stato così”, “Tutti i nostri ieri”, “Valentino” premio Viareggio
(1957), “Le voci della sera”, “, “Caro Michele”, “La città e la
casa”, “Lessico familiare”, (premio Strega 1963), “Le piccole virtù”,
“Mai devi domandarmi”, “Vita immaginaria”, “La famiglia Manzoni”,
“Serena Cruz o la vera giustizia”, per il teatro ha pubblicato “Ti ho
sposato per allegria e altre commedie”, “Paese di mare”, “La
poltrona”.
Reggio
Calabria 1918 – Roma 1966, critico, giornalista, dopo un iniziale orientamento
crociano, passò su posizione marxiste, fu deputato del P.C.I. I suoi interventi
nel dibattito culturali su riviste come “La Ruota”, “Primato”,
“Rinascita”, “Il Contemporanei”, svolsero un importante ruolo. I suoi
scritti sono stati pubblicati postumi: “Scritti letterari”, “La battaglia
delle idee”, “Intellettuali e azione politica”, “Lettere e taccuini di
Regina Coeli”.
Alì
(Messina) 1919 – Roma 1992. Scrittore, il suo esordio è stato da poeta con la
pubblicazione di una raccolta di versi: “Codice Siciliano”, poi si occupò
di critica e per oltre 15 anni si è dedicato alla scrittura del lungo romanzo
“Horcynus Orca”. Dieci anni dopo apparve il suo secondo romanzo: “Cima
delle Nobildonne”.
Tufo
(Avellino) 1920 – Roma 1989, Magistrato, la sua narrativa si impernia su
problemi sociali, sulle contraddizioni della giustizia e sull’indagine
dell’animo umano. “Diario di un giudice”, “Innocente delitto”, “Voci
di Vallea, “La sopravvivenza”, “La finta notte”, “l’inquisitore
dell’interno 16”, (Premio Campiello 1986), “La sera del concerto”,
pubblicato postumo.
Montreal
(Canada) 1920 – Napoli 1967. Scrittore, figlio di emigrati, il padre era nato
nel Molise. A dieci anni tornò in Italia, studiò alla Normale di Pisa, si
laureò a Napoli. Durante la guerra venne inviato sul fronte greco dove rimase
gravemente ferito. Dopo il conflitto si dedicò all’insegnamento e alle
lettere. Esordì col romanzo “Scala a San Potito” cui seguì il volume di
racconti “Morunni”.Otto anni dopo uscì un secondo romanzo: “Il
Governatore”, quindi fu la volta di “Compriamo bambini”. L’ultimo
romanzo “Pareti bianche” fu pubblicato postumo. Era stato trovato fra le sue
carte pochi giorni dopo la sua morte avvenuta per suicidio la domenica 26 aprile
1967.
Comiso
(Ragusa) 1920 – 1996. Narratore rivelatosi tardivamente con un breve romanzo
pubblicato nel 1981: “Diario dell’autore”, che ottenne il Premio
Campiello. In seguito ha pubblicato libri di poesie: “L’amaro miele”, di
memoria: “Museo d’ombre”, “Il fiore breve ovvero le malizie della
memoria”. Ha pubblicato raccolte di aforismi: “Il malpensante”, e volumi
di vario argomento “Carte perse”, “La luce e il lutto”, e altri romanzi:
“Le menzogne della notte”, (Premio Strega 1988), “Calende greche”,
“Tommaso e il fotografo cieco”.
Torre
Annunziata (Napoli) 1920 – 2003. La concezione della “napoletanità” non
è più rivolta, in questo scrittore, al realismo sociale, ma indagare la
condizione esistenziale. Così nei romanzi. “Gli eredi del vento”, “La
dama di piazza”, “Una spirale di nebbia” (Premio Strega 1966), “Gli
ermellini neri”, “Le parole del silenzio”, “Lo specchio cieco”, “I
giorni della conchiglia”, e nei libri di racconti: “La provincia
addormentata”. “Fuochi a mare”, “Il colore del cristallo??”, “Terre
basse”, “Il pellicano di pietra”.
Napoli
1921 – Roma 2005 narratore e regista, ha scritto romanzi: “Scende giù per
Toledo”, “Gli occhi giovani”, “La morte della bellezza”, “Del
metallo e della carne” e drammi: “D’amore si muore”, “Anima nera”,
“Metti una sera a cena”, “Persone naturali e strafottenti”, “Gli
amanti dei miei amanti sono i miei amanti”
Racalmuto
(Agrigento) 1921 – Palermo 1989. Esordì con raccolte di poesia: “Favole
della dittatura”, “La Sicilia, il suo cuore”; passò poi alla narrativa:
“Le parrocchie di Regalpetra”, “Gli zii di Sicilia”, “Il giorno della
civetta”, “A ciascuno il suo”, “Il consiglio d’Egitto”, “Morte
dell’Inquisitore”, “Recitazione della controversia liparitana”, “Il
contesto”, “Todo modo”, “I pugnalatori”, “L’affare Moro”,
“Dalle parti degli infedeli”, “La scomparsa di Majorana”, “Il teatro
della memoria”, “Occhio di capra”, “La strega e il capitano”, “Il
cavaliere e la morte”, “Una storia semplice.
Napoli
1922 – vivente.Nei racconti e nei romanzi ha tracciato un quadro della sua
generazione considerata inerte e velleitaria: “Un giorno di impazienza”,
“Ferito a morte” (Premio Strega 1961), “Amore e psiche”, “Fiori
giapponesi2. Ha scritto anche diversi saggi: “False partenze”, “Variazioni
sopra una nota sola”, “L’armonia perduta”, “Letteratura e salti
mortali”, “La mosca nella bottiglia”, “L’apprendista scrittore”,
“Il sentimento della letteratura”, “L’occhio di Napoli”.
Orsogna
(Chieti) 1921 – Napoli 1990. Ha pubblicato libri di narrativa e saggi. Tra i
primi: “L’uccello nella cupola”, “Il testimone”, “La comprimissione”
(Premio Campiello 1965), “Il cimitero cinese”, “Il quinto evangelio”,
“Il natale del 1833” (Premio Strega 1983). Tra i secondi: “Dal naturalismo
al verismo”, “La fortuna di Verga”. Postumo è stato pubblicato “Una
???lapide in Via del Babuino.”.
Nocera
Inferiore (Salerno) 1921 – Napoli 1994. Narratore e saggista, fra i racconti e
i romanzi più significativi: “Spaccanapoli”, “Gesù, fate luce”,
(Premio Viareggio 1950), “Quel che vide Cammeo”, “Una vampata di
rossore”, “Il re e il lustrascarpe”, “Le formiche rosse”. Altri libri
sono condotti più su toni saggio o memoriale: “Ritratto di maggio”,
“L’altra faccia”, “Diario napoletano”, “Il fondaco nudo”, “Ninfa
plebea” (Premio Strega 1992).
Tricarico
(Matera) 1923 – Portici (Napoli) 1953. Le sue opere pubblicate postume,
scaturirono dalla sua sofferta esperienza di militante socialista impegnato per
il ricatto dei braccianti agricoli della Lucania: “E’ fatto giorno”
(Premio Viareggio 1954) “Margherite e rosolacci”, “Contadini del Sud”,
“L’uva puttanella”.
Palermo
1923 – Roma 1978. Slavista e poeta, professore di letteratura russa
all’Università di Roma, traduse molti poeti russi e cechi del Novecento.
Scrisse diversi saggi: “Poesia russa del Novecento”, “Majakowskj e il
teatro russo d’avanguardia”, “Nuovi poeti sovietici”, “Il trucco e
l’anima” (Premio Viareggio 1965), “Praga magica”, tra le raccolte di
versi: “Non un giorno, ma adesso”, “La fortezza d’Alvernia e altre
poesie”, “Sinfonietta”, “Autunnale barocco”.
Cosenza
1924 – vivente. Scrittore e critico, fondò, insieme a R. Roversi e P.P.
Pisolini, la rivista “Officina”. Ha pubblicato raccolte di poesia: “La
Cantica”, “In uno scacco” e libri di narrativa: “Fumo, fuoco e
dispetto”, “Conoscenza per errore”, “L’incompleto”, “Tappeto
volante”, “Irati e sereni”, “Campo di battaglia”, “Le scritte
sconfinate”.
Sant’Agata
del Bianco ( R. Calabria) 1924 – vivente. Narratore, i suoi romanzi che
rientrano nella corrente del neorealismo tracciano un quadro dei drammi del sud:
“Mani vuote”, “Noi lazzaroni”, “Il selvaggio Santa Venere” (Premio
Campiello 1977), “ Il diavolaro”. Più legati alla tradizione gli altri
testi: “I cari parenti”, “ La conca degli aranci”, “L’uomo in fondo
al pozzo”.
Porto
Empedocle, 1925. Sceneggiatore e narratore, ha insegnato all’accademia
d’arte drammatica. Ha scritto testi per il teatro, la radio, la televisione.
Tra le opere di narrativa: “Il corso delle cose”, “Un filo di fumo”,
“La strage dimenticata”, “La stagione della caccia”, “Il gioco della
mosca”.
Napoli
1927 – Roma 1987. Narratore e giornalista, fu direttore di collane di
didattica. Ha pubblicato vari romanzi: “Giochi degli eroi”, “Delizioso
giardino”, “Indecenza di Sorcier”, “Il resto di niente”. Postumo, è
stato pubblicato, nel 2000, “Giorni di adolescenza”.
Catania
1925 – 2000. Poeta narratore. I suoi versi caratterizzati fa forte essenzialità:
“La metafora dietro a noi”, “Il giro della vita”, “Le linee della
mano”, “Alternative di memoria”. Ha pubblicato anche lavori di narrativa:
“Violetta”, “Un uomo fidato”, “Le abitudine e l’assenza”,
“Palinsesti borghesi”.
Rodi
Garganico (Foggia) 1926 – vivente. Dopo un periodo neorealistico con romanzi
di ambiente borghese, la sua narrativa si è volta alla satira e al grottesco.
“Aria cupa”,”La cocuzza”, “Il calcinaccio”, “Le caste pareti”,
“Ingannare l’attesa”, “L’uomo in cuffia”, “Diario di un
convertito”, “La colombina”, “ Esame di coscienza di un candidato”,
“La campana di mezzanotte”. “kultirrmarket”, “Letture di traverso”.
Sidereo
(R. Calabria) 1930. Critico e docente di letteratura italiana moderna e
contemporanea all’Università di Roma, è autore di numerosi saggi: “La
letteratura del benessere”, “La rivoluzione della letteratura”, “Alebrto
Savinio, scrittore ipocrita e privo di scopo”, “Miti, finzioni e buone
maniere di fine millennio”, “Il ritorno dell’uomo di fumo”, “Lo
schiaffo di Svevo”, “Sappia la sinistra quello che fa la destra”, “La
narrativa italiana contemporanea”, “Carlo Emilio Gadda. Il narratore come
delinquente”.
Melfi
(PZ) 1927 – Roma 1986. Scrittore, lavorò come sceneggiatore per il film:
“Rocco e i suoi fratelli” e “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Scrisse
sceneggiature anche per Dino Risi. Autore di romanzi: “La nonna Sabelle”,
“Per amore, solo per amore” (Premio Campiello 1983), “Il ladrone”
(Premio Campiello 1978), “La ragazza di Trieste”, “La strega
innamorata”. Ha diretto alcuni film: “Le voci bianche”, “Rugantino”.
Napoli
1927. Giornalista e scrittore, avviatosi al giornalismo nella redazione
napoletana dell’Unità, nel 1957 lasciò definitivamente Napoli per stabilirsi
a Roma. Ha pubblicato: “Il Po si racconta”, “L’ultima lezione”,
“Sulla misteriosa scomparsa dell’economista Federico Caffè, “Mistero
Napoletano”, Premio Viareggio 1996, sulle vicende di giornalisti napoletani di
sinistra durante la guerra fredda, “Fuochi fiammanti a un’ora di notte”,
Premio Campiello 1999, “La dismissione”, “Napoli ferrovia”.
Napoli
1928. Laureatosi in ingegneria, presto si dedicò alla lettere pubblicando
romanzi pieni di humor partenopeo: “Così parlò Bellavista”, “Zio
Cardellino”, “Croce e delizia”, nonché libri divulgativi dela filosofia e
della mitologia classica: “Storia della filosofia greca, I presocratici”,
“Da Socrate in poi”, “Ci dialooi o dialoghi???”, “I Miti
dell’amore”, “Panta rei”, “Ordine e disordine”.
Reggio
Calabria 1929. Critico, insegnò letteratura italiana all’Università di
Roma.Ha collaborato all’opera: “Letteratura italiana” diretta da Carlo
Muscetta, con i saggi dedicati a Machiavelli, Ariosto, “Gli anticlassicisti
del Cinquecento”, “Il teatro del Cinquecento”, “Storia di Verga”,
“Ritratto di Pirandello”, “Il socialismo della Ginestra”, “Le
tradizioni del comico”.
Torre
Annunziata (Napoli)1932. Linguista, docente di filosofia del linguaggio
all’Università di Roma, è autore di un commento al “Corso di linguistica
generale” di F. Saussure. Tra le sue opere si segnalano: “Storia linguistica
dell’Italia unita”, “Introduzione alla semantica”, “Senso e
significato”, “ Le parole e i fatti”, “Minisemantica”, “Il lessico
di frequenza dell’italiano parlato”, “Capire le parole”.
Napoli
1932. Giornalista e scrittore ha esordito con il romanzo: “Il superlativo
assoluto”, cui ha fatto seguiro”La troga””. Tra le opere successive:
“Andromeda e la notte”, “Il punto di vista del nostro”, “Per i pesci
non è un problema”, “L’infinito, forse”: Ha scritto anche due commedie
raccolte nel volume: “L’orrore che mi hai dato”.
S.Agata
di Militello (Messina) 1933. Scrittore, ha pubblicato romanzi: “La ferita
dell’aprile”, “Il sorriso dell’ignoto marinaio”. “Le pietre di
Pantalico”, “Nottetempo, casa per casa” Premio Strega 992, “L’olivo e
l’olivastro”, lavoro che si collega a metà fra il poema e il saggio”,
“Lunaria” che è una fiaba dialogata. Per il teatro ha scritto la tragedia
“Catarsi”. Ha pubblicato anche saggi: “La pesca del tonno in Sicilia”,
“Il Barocco in Sicilia”, “La rinascita di Val di Noto”.
Palmi
(Reggio Calabria) 1934 – Roma 1986 giornalista e narratore, ha scritto
romanzi: “Il feudo”, “L’idea del corpo”, Dopo il Presidente”, Premio
Viareggio 1978, “Sua Eccellenza”, “Il fratello orientale”, “I cani
tiranni”. Ha pubblicato anche biografie e saggi. “Il Magnifico, vita di
Lorenzo dei Medici”, “Dante, una vita per l’imperatore” e “Mafia,
briganti, camorra e letteratura”.
Napoli
1936. E’ stata impegnata a lungo nell’attività sociale, esperienza dalla
quale trasse il libro: “Napoli, i disoccupati organizzati”, Più tardi è
pervenuta al romanzo e al racconto: “Althenopolis”, “Storia di Patio”,
“Un giorno e mezzo”, “Taccuino tedesco” (diario di viaggio), ha scritto
anche per il teatro: “Terremoto con madre e figlia”.
Campi
(Lecce) 1937 – Roma 2002. Attore, regista, scrittore. Ha diretto e
interpretato opere teatrali e cinematografiche. E’ autore di libri: “Nostra
Signora dei Turchi”, “L’orecchio mancante”, “Sovrapposizioni”, con
Gilles Deleuze, “Sono apparso alla Madonna”. Ha pubblicato il saggio: “Il
teatro senza spettacolo”, tutte opere percorse sempre da uno sperimentalismo
istrionico e intelligentemente provocatorio.
Castellammare
di Stabia (Napoli) 1948. Nei libri che ha pubblicato, ha tratteggiato un
divertito ed autoironico ritratto di donna. E lo ha fatto in forma di
confessione erotico sentimentale: “La bruttina stagionata”, al quale ha
fatto seguito: “Del perché i porcospini attraversano la strada”.
Napoli
1950. Scrittore, ha studiato da sé la lingua ebraica, dopodiché ha tradotto
alcuni libri della Bibbia: “Una ricerca della verità”, “attraverso le
voci del sacro”, come è stato detto, e che avveniva attraverso le voci del
mondo nelle prime opere: “Non ora, non qui”, “Una nuvola come tappeto”,
“Aceto, arcobaleno”, “In alto a sinistra”.
Palermo
1954. Scrittore e giornalista: Corrispondente a New York e commentatore del
Corriere della Sera. Come narratore, oltre i racconti dell’esordio: “Cambio
di stagione”, ha pubblicato romanzi: “L’ultima dea”, “Ombra”,
“Principe delle nuvole”, che spaziano dalla storia d’amore al giallo, alla
narrazione sull’onda della memoria.
Rocchetta
Sant’Antonio ( Foggia) 1954 – Roma 1994. <scrittrice lontana dalla
mondanità e dal protagonismo, alla ricerca letteraria ha aggiunto l’impegno
politico nelle file dei radicali. Ha pubblicato un romanzo: “Passaggio in
ombra” in cui rievoca memorie familiari” in un mezzogiorno aspro e
dilaniato”. Il romanzo pubblicato postumo, ha ottenuto il Premio Strega 1995.
Ha pubblicato anche un libro di racconti. Altri due romanzi: “La coda della
lucertola” e “Relazioni sentimentali” sono rimasti inediti per la morte
dell’autrice stroncata improvvisamente da un male inesorabile.
tratto da "Scrittori del
Sud, da Quinto Orazio Flacco (65 a.c.) ad oggi (Maria Teresa di Lascia)"
Ricerca a cura di Franco
De Arcangelis
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