Torna alla Homepage

Cari amici,

il nostro caro amico Franco De Arcangelis non c’è più. Prima di lasciarci ci consegnò questa sua ricerca letteraria che noi pubblichiamo sul nostro sito, in omaggio alla sua discrezione e alla sua coerenza di vita.

QUINTO ORAZIO FLACCO:

nato a Venosa (PT) 65 ac.-8 aC. Si fece conoscere a Roma come poeta con i primi componenti giovanili:gli |”Episodi” e le “Satire”. Seguirono le “Odi” (Carmina) e le “Epistole”,cui si aggiunse l Epistola ai Pisoni nota come “Arte poetica”. In occasione dei Ludi secolari celebrati nel 17,compose, per incarico di Augusto,il “Carmen Speculare”.

PUBLIO PAPINIO STAZIO:

NAPOLI, 45 circa – 96. L'opera piuttosto ricca di questo poeta comprende “Tebaide” poema epico, L”Acchilleide”, poema epico rimasto incompiuto , le “Silvae” raccolta di poesie in 5 libri e una Fabula saltica “Agave”. Scrisse anche un poema sulle imprese di Domiziano, andato perduto.

ALFANO DA SALERNO:

circa 1015-1085.Uomo di vasta cultura ,medico, si occupò di musica e letteratura;scrisse sermoni e opuscoli vari e compose inni sacri.Fa ttosi benedettino,fu abate del monastero di San Benedetto a Salerno e, poi,  arcivescovo della città.

GIOVANNI AURISPA:

Noto (Siracusa)1376-Ferrara 1459.Fu una delle figure di maggior rilievo del primo umanesimo italiano. Famoso per il ritrovamento di codici latini e greci tra cui il “panegirico”di Plinio a Traiano, L”Iliade “conservata a Venezia ,le tragedie di Eschilo e Sofocle,L”Antologia Palantina”.Importante L’epistolario.

GIOVANNI BRANCATI:

Policastro (Salerno) dopo il1440 –Napoli ? dopo 1481,umanista , fu bibliotecario e gentiluomo alla corte di Ferfinando d Aragona .Forse fu coinvolto nella congiura antiaragonese di Antonella Petrucci. Fu autore di orazioni, epistole e di una “deploratio de morte Paulae suae puellae”, nella quale lamenta la morte in un naufragio della sua giovane amante .

ANTONIO BACCADELLI:

Palermo 1394 – Napoli 1471. Giurista, letteratura, diplomatico, fu al servizio di Alfonso d’Aragona a Napoli e in questa città fondò l’accademia “Antoniana”che, retta in seguito dal Pontano, si chiamò Pontaniana. Incrementò la biblioteca del re, tradusse molti libri, Commentò Livio,Cesare, Seneca. Famosa una sua raccolta di epigrammi erotici:”Hermanphroditus”.

DIOMEDE CARAFA:

Napoli 1408-1478; autorevole personaggio alla corte di Alfonso e poi di Ferdinando d’Aragona. Autore di alcuni memoriali:”Alfonso d’Aragona duca di Calabria”,”Al Arrigo re di Siviglia e di Toledo”,”Sui doveri del principe “ e di un “Trattato dello optimo cortesano”.

MASUCCIO SALERNITANO:

Soprannome di Tommaso Guardati, Salerno 1410-1475. Fu a Napoli alla corte aragonese ed èntrò in amicizia col Pontano. Nel 1463 si stabilì nella sua città natale. Scrisse una sola opera:”Il Novellino”, una raccolta 50 novelle divisa in cinque parti, che lo rese famoso.

ROBERTO CARACCIOLO:

Lecce 1425-1495, predicatore, diventò vescovo di Aquino. Fu famoso in tutta Italia per la sua arte oratoria drammatica e spettacolare. Lasciò fortunate raccolte di prediche sia in Latino che in volgare.

GIOVAN FRANCESCO CARACCIOLO:

Napoli 1435-1506?, poeta, amico del Pontano e del Sannazaro, fece parte dei circoli che fiorivano intorno alla corte napoletana. Fu autore di due canzonieri pubblicati insieme postumi col titolo: “Amori e sonetti sextine et canzone cento del dicto poeta in laude de li occhi intitolati Argo”.

IACOPO SANNAZZARO:

Napoli 1460-1530 letterato e poeta era gentiluomo di corte. Nel 1501 seguì nell’esilio l’ultimo re aragonese, Federico.La sua opera si può distinguere in due periodi. Il primo, quello che precede l’esilio,il secondo,dal suo ritorno a Napoli dopo la morte del re nel 1504.Al primo periodo appartengono il poema “Arcadia”, le “farse”, le “Frottole”, e le “Rime”.Nella secondo fase usò il la tino; ad essa appartengono le “Elegiae”, gli “Epigrammata”,( tre libri) le “ecloghe piscatorie”.Infine scrisse il poema in tre libri:”De partù Virginia”.

FILIPPO SGRUTTENDIO DE SCAFATO:

Con questo pseudonimo comparve l’autore, rimasto ignoto, di un canzoniere pubblicato nel 1646, intitolato”La tiorba a taccone”. La tiorba era uno strumento musicale a dieci corde e il taccone era il pezzo di suola adoperato per pizzicare le corde. Tutte le ipotesi avanzate sul vero autore, in ogni caso buon poeta e spirito ameno, sono risultate in attendibili.

ANGELO DI COSTANZO:

Napoli 1507-1591 storico nonché poeta, rivestì, tra l’altro, importanti incarichi nella sua città. Scrisse una Historia del regno di Napoli in 20 libri, che va dal 1250 al 1486. Scrisse poesie in latino e italiano, di carattere epigrammatico e densi di riflessione.

BERNARDINO ROTA:

Napoli, 1508 – 1575 poeta, nelle raccolte:”Selve e negli epigrammi, usò il latino rinnovandolo e rendendolo vivo. Scrisse due commedie: lo “Scilinguato” e “ Gli strabalzi”, e molte egloghe piscatorie. Compose, infine “Rime” un canzoniere “Rime” in cui espresse in tono commosso il dolore per la morte della moglie Porzia Capece .

LUIGI TANSILLO:

Venosa (PT) 1510 – 1568. Poeta e soldato fu al servizio del vice re don Pedro de Toledo. A 17 anni scrisse l’egloga amorosa “I due pellegrini” cui fece seguito il poemetto “Il vendemmiatore”. Pubblicò il “Canzoniere” e le “Stanze a Bernardino Martirano”, il poema religioso ( incompiuto) “Le lacrime di S. Pietro”, uscì postumo. Da menzionare anche i poemetti: “La Balia” e “ Il podere”.

LAURA TERRACINA:

Napoli 1519 – morta dopo il 1577. Poetessa, autrice di “Rime” petrarchesche, raccolte in vari libri, dalla intonazione moralistica e sentenziosa. Scrisse anche un “Discorso sopra il principio di tutti i canti dell’Orlando furioso”.

SCIPIONE AMMIRATO:

Lecce 1531 – Firenze 1601. Storiografo di Cosimo de’Medici, fu anche poeta di gusto petrarchesco. Lasciò anche dialoghi, commedie, orazioni. Da storico scrisse: “Delle famiglie nobili napoletane”, “Delle famiglie nobili fiorentine”, “Istorie fiorentine”, “Discorso sopra Cornelio Tacito”.

GIANBATTISTA DELLA PORTA:

Napoli 1535 –1615. Scienziato e scrittore, indagò i segreti della natura senza pregiudizi e scrisse di alchimia, geometria, farmacopea, anatomia, occultismo. Scrisse il trattato: “Magiae naturalis”. Commediografo, delle sue molte commedie ne restano 14 tra le quali più note: “Olimpia” “fantesca”, “trappolaria”, “ Astrologo”.

TORQUATO TASSO:

Sorrento 1544 – Roma 1595. Poeta, viaggiò molto da bambino col padre Bernardo anche lui letterato. Dopo la pubblicazione di varie poesie, lavorò a lungo alla sua opera maggiore:La “Gerusalemme liberata”. Continuò a scrivere anche dopo essersi gravemente ammalato, pubblicando rime e dialoghi. Altre opere andava scrivendo tra un viaggi e l’altro: “Re Torrismondo” “Rinaldo”, “L’aminta”, “Monte Oliveto”. Vano anche ricordati il giovanile “Discorsi dell’arte poetica” e le opere degli ultimi anni il poema “Le sette giornate del mondo creato” e “Discorsi del poema eroico”.

TOMMASO COSTO:

Napoli 1545 – 1620. Della sua opera di scrittore si ricordano un poemetto sulla battaglia di Lepanto intitolato: “La vittoria navale”, nonché una raccolta di novelle e scritti vari che costituiscono un interessante documento della vita napoletana nel Seicento: “ Le otto giornate del Fuggilozio.

GIORDANO BRUNO:

Nola (Napoli) 1548 – Roma 1601 filosofo e letterato, entrò giovanissimo nell’ordine domenicano, che in seguito abbandonò. Viaggiò a lungo in Europa. In Francia scrisse la commedia famosa: “Il Candelaio”. In Inghilterra pubblicò opere ispirate alla nuova astronomia copernicana: “La cena delle ceneri” “De l’infinito universo e mondi”, e dialoghi morali: “Spaccio de la bestia trionfante”, “De la causa, principio et uno”, “De gl’heroici furori”. In seguito pubblicò dei poemetti latini ispirati al materialismo lucreziano. Entrò per questo in contrasto con la chiesa e dovette sottrarsi alle persecuzioni.Ospite a Venezia di Giovanni Mocenigo, fu da questi denunciato alla inquisizione, arrestato e processato. Condannato al rogo, venne bruciato a Roma.

 

TOMMASO CAMPANELLA:

Stilo (Reggio Cal.) 1568 – Roma 1639. Filosofo e poeta, prese l’abito domenicano, ma ben presto si accostò alla filosofia naturalistica di Bernardino Telesio, allontanandosi dalla dottrina della chiesa. Fu sottoposto a processi e incarcerato a Roma.Tornato in Calabria vi organizzò una rivolta contro gli Spagnoli, nell’illusione di poter dare inizio a una riforma del cristianesimo. Accusato di sedizione e di eresia, scontò 27 anni di carcere. I tentativi di riforma furono argomento del suo libro “La città del sole”. Altre opere, tutte scritte in carcere: “De sensu rerum et magia”, “Apologia di Galileo”. Fu anche autore di poesie di pregio artistico.

GIANBATTISTA MARINO:

Napoli 1569 – 1625. Poeta, fu al servizio di famiglie aristocratiche, cosa che gli consentì di occuparsi di letteratura. Condusse una vita irrequieta e finì in carcere più di una volta. Dal 1615 visse alla corte di Francia fino al 1623, quindi tornò a Napoli. Pubblicò varie raccolte di poesie:”Rime”, “La Murtoleide”, “Epitalami”, “La Galeria”, “La Sampogna”, “Egloghe boscherecce” cui si aggiungono componimenti minori. Il capolavoro di G.B. Marino è “l’Adone” poema in venti canti in cui si narra il mito dell’amore di Venere per Adone.

TOMMASO STIGLIANI:

Matera 1573 –Roma 1661. Poeta esordì con la pubblicazione di un poemetto: “Il Polifemo”, cui seguirono una raccolta di “Rime” e il poema: “Il mondo nuovo”, il “ Canzoniere” che comprende anche le prime “Rime”. Nella prosa polemica de “L’occhiale” riprende l’attacco contro G.B. Marino in difesa del classicismo.

GIULIO CESARE CORTESE:

Napoli 1575-1625. Poeta, la sua opera è pressoché tutta rivolta a illustrare gli aspetti pittoreschi di Napoli: “ La Vaiasseide”, poema delle serve napoletane: “Micco Passaro ‘nnammuraro”, “ Viaggio in Parnaso. “Lo cerriglio incantato”. Il nome Cortese compare sul frontespizio di una ristampa de “La tiorba a taccone” che ha per autore uno pseudonimo: Filippo Sgruttendio. Ma il cortese non può avere nulla in comune con “La tiorba a taccone” visto che era morto a 21 anni prima della comparsa dell’opera (1646).

GIANBATTISTA BASILE:

 Napoli 1575 – Giugliano (Napoli) 1632, poeta e novelliere, scrisse opere in lingua e in dialetto. Tra le prime figurano poemetti e liriche. Ma la fama dell’autore è legata tutta alle opere dialettali e soprattutto a “Lo cunto de li conti” ( ovvero lo trattenimento de piccerille) raccolta di 50 novelle comparsa postuma con lo pseudonimo di Gian Alesio Abbattutis. La seconda è composta dalle egloghe de “Le muse napoletane”.

FRANCESCO BALDUCCI:

Palermo 1579 – Roma 1642, poeta e membro di varie accademie, fu protetto da principi e cardinali. Scrisse rime di gusto secentista. Più importanti i due oratori: “ La fede” e “ Il trionfo”.

SALVATOR ROSA:

Napoli 1615 - Roma 1673, pittore ma anche poeta dedito agli studi letterari e alla musica. Da poeta compose sette satire: “La musica”., “La poesia”, “La pittura”, “La guerra”, “l’invidia”, “La Babilonia”, “Il Tirreno”.

CARLO CELANO:

Napoli 1617 – 1695, scrittore, aveva preso il saio per voto e divento canonico. Visse le vicende della rivolta di Masaniello, senza farsene coinvolgere, ma scambiato per un rivoltoso venne arrestato e incarcerato alla Vicaria. Questo episodio lo spaventò a tal punto che giurò di farsi prete. Liberato, mantenne la promessa. E’ autore di versi satirici e di qualche lavoro teatrale. Ma a renderlo famoso furono le “Notizie del bello, dell’antico e del curioso della città di Napoli ( divise in 10 giornate per guida e comodo dei viaggiatori”.(1692).

LEONARDO DI CAPUA:

Bagnoli Irpinio (AV) 1617- Napoli 1695. Medico, erudito, letterato, fece parte di quel cenacolo di intellettuali eccellenti che fiorirono a Bagnoli Irpinio nel ‘500, tra cui G.B. Abiosi, medico e famoso astrologo, Ambrogio Salvio, teologo e pedagogo, Alessandro Ronca, condottiere ed eroe a Lepanto e tutta una schiera di artisti, scultori, ceramisti, intagliatori nel legno che dettero vita a un fervore creativo e inn vatore che si diffuse in Italia e fuori. A Bagnoli accorsero intellettuali ed il fiore degli accademici pontaniani tra cui il Sannazaro che tra i boschi del luogo compose “l’Arcadia”. Insomma, Bagnoli era diventato un centro di cultura umanistica da far invidia al mecenatismo dei Medici e degli Estensi. Tra gli altri Leonardo di Capua, eminente scienziato che rivoluzionò la medicina e osò mettere in discussione l’autorità di Aristole e di Galeno. Tra le sue opere scientifiche: “Lezione intorno alla natura delle mofete”, “Ragionamenti” ; da poeta, sostenitore del classicismo, scrisse sonetti petrarcheschi.

LUDOVICO ADIMARI:

Napoli 1644 – Firenze 1708. Poeta , letterato, accademico della Crusca, insegnò allo studio Fiorentino. Collaborò alla pubblicazione delle opere del Petrarca e alla ristampa del “Vocabolario”. E’ autore di “Poesie sacre e morali”, di drammi musicali e di satire.

GIULIO ACCIANO :

Bagnoli Irpinio 1651 – Napoli 1681. Fu autore di poesie satiriche e di vari componimenti poetici in dialetto napoletane. Tra questi si segnala “La Caputeide”. Tutte le opere di questo poeta sono rimaste inedite fino all’ottocento.

NICCOLO’ AMENTA:

Napoli 1659 – 1719. Commediografo, accademico degli investiganti. Sulla questione della lingua si schierò dalla parte del purissimo nel trattato “ Della lingua nobile d’Italia”. Fu autore di varie commedie sul modello cinquecentesco: “La costanza”, “La fante”, “La Giustina”, “Le gemelle”.

GIAN VINCENZO GRAVINA:

Roggiano (cs) 1664 – Roma 1718. Filosofo, giurista, letterato. Personalità di rilievo operò attivamente per un rinnovamento profondo della vita sociale. A questo scopo sono rivolte alcune opere come “ Hydra mistica, de corrupta morali doscrina”, “Orationes novem”, “ Discorso sopra l’Endimione del Guidi”, “Ragion poetica”. Tra le opere letterarie vanno ricordate anche: “delle antiche favole”, “ Opuscula”, “Della divisione d’Arcadia”; Le cinque tragedie classicheggianti: “ Palamede”, “Andromeda”, “Servizio Tullio”, “Appio Claudio”, “Papiniana”.

GIANBATTISTA VICO:

Napoli 1668 – 1744, filosofo e letterato. Poco più che ventenne si trasferì da Napoli nel Cilento con un impiego di precettore in casa del marchese Rocca. Qui approfittò della vasta biblioteca per studiare a fondo i classici della letteratura e della filosofia… In quel periodo uscì una sua lirica di impostazione lucreziana “Affetti di un disperato”. A 29 anni fu chiamato alla cattedra eloquenza all’università di Napoli con l’incarico di tenere, ogni anno, l’orazione inaugurale dei corsi. La più importante di queste orazione fu quella del 1702 intitolata “ De nostri temporis studiorum ratione”in cui attacca il cartesianesimo, il razionalismo e il metodo deduttivo. Altra opera importante è “De antiquissima italorum sapientia”. Quindici anni più tardi, nel 1725, ascì il suo capolavoro: “Principi della scienza nuova”, riveduta e rielaborata ad ogni successiva edizione, fino a quella del 1744 pubblicata poco dopo la sua morte.

PIETRO GIANNONE:

Ischitella ( FG) 1676 – Torino 1748, fu uno dei massimi rappresentanti del pensiero giurisdizionalista. La sua “Istoria civile del Napoli” fu una coraggiosa difesa dell’autonomia dello stato laico, contro gli abusi dell’autorità ecclesiastiche. L’opera, tradotta in varie lingue, ebbe grande risonanza in tutta Europa. Per sfuggire alle persecuzioni si rifugiò prima a Vienna, poi in Piemonte. Qui, arrestato, fu messo in carcere, (1736) dove morì.Durante la detenzione scrisse la sua autobiografia: “Vita scritta da lui medesimo”. Postumo uscì il “Tritegno”, opera composta nel periodo viennese, nella quale riprende la polemica anticuriale.

ANTONIO GENOVESI:

Castiglione (SA) 1713 – Napoli 1749. Filosofo, economista, letterato, fu uno dei massimi rappresentanti dell’illuminismo italiano. Naturalmente fu molto avversato dagli ambienti ecclesiastici per le sue convinzioni. In polemica con tali ambienti, scrisse le “Lettere ad un amico provinciale” sul modello delle “Provinciales” di Blaise Pascal… In un’altra opera “Il vero fine delle lettere e delle scienze”, sostenne la funzione sociale della letteratura. Nel trattato “Diceosina, o sia della filosofia del giusto e dell’onesto”, mostra i motivi del riconoscimento di una legge di natura uguale per tutti gli uomini, sulla quale può fondarsi una civile convivenza umana; e, nello stesso tempo sottolinea il ruolo dell’educazione che deve opporsi a tutto ciò che tende ad oscurare nell’uomo i principi razionali.

PIETRO NAPOLI – SIGNORELLI:

 Napoli 1713 – 1815. Letterato e storico di formazione illuminista, prese parte alla rivoluzione napoletana del 1799. E’ autore di commedie, satire e prose varie. Acquistò notorietà soprattutto per i suoi lavori di storia della cultura: “Storia critica dei teatri antichi e moderno” e “ Vicende della cultura nelle Due Sicilie” condotta seconda i criteri dell’estetica illuministica.

GIUSEPPE MARIA GALANTI:

Santacroce del Sannio (BN) 1743 – Napoli 1806. Allievo del Genovesi, del quale scrisse l”Elogio storico”, si dedicò ad approfondite indagini sulle condizioni del reame di Napoli i cui esiti dettero origini alla “Descrizione dello stato antico e attuale del contado del Molise” e alla “Descrizione delle Sicilie”. Durante la rivoluzione del 1799 si tenne in disparte a causa della scarsa parete.

FRANCESCO CERLONE:

 Napoli 1730 . 1812. Drammaturgo e librettista. Da giovane lavorava da ricamatore presso una tintoria a Napoli. Iniziò a scrivere nel 1750 a Roma adattando il repertorio per alcune rappresentazioni. Ottenne i primi riconoscimenti nel 1760. Scrisse numerosi testi: “Fedeltà in amore”, “Il barone di Crocchia”, “L’osteria di Marechiaro”, “La pittrice”, “Li napoletani in America”, “La Zelmira”, “La Mergellina”, “La finta parigina”, “L’astuzia amorosa”, “L’osteria di Posillipo”, “Il principe riconosciuto”, “La Blinda”, “La creduta infedele”. Partecipazione popolare al movimento giacobino.

MELCHIORRE DELFICO:

Legnano (Teramo) 1744 – 1835. Anche lui, come il Galanti, allievo del Genovesi. Liberale moderato era lontano dalla passione illuministica e giacobina. Ricoprì incarichi di governo in particolare durante il regno di Giuseppe Bonaparte. Scrisse “Ricerche sul vero carattere della giurisprudenza romana e dei suoi cultori”, “Memorie storiche della Repubblica di San Marino”, “Pensieri sull’istoria e sull’incertezza e inutilità della medesima”. Si occupò anche di estetica dando vita a “Nuove ricerche sul bello”.

MARIO PAGANO:

Brienza (PT) 1748 –Napoli 1799. Filosofo, giurista, martire della Repubblica partenopea del 1799. Allievo del genovesi, si impose all’attenzione pubblica con un opera di grande respiro: “Saggi politici dei principi, progressi e decadenza della società”, dalla storia fondata sulla concezione di G. B. Vico e sulla tradizione storiografico dell’Illuminismo. Avendo aderito alla “Società patriottica”, sconta un periodo di carcere e quindi esiliato. Tornato a Napoli al nascere della Repubblica, fece parte del governo provvisorio, contribuì a elaborare il progetto di Costituzione e combattè contro i borbonici. Catturato fu impiccati con altri patrioti il 29 ottobre 1799. Tra le altre opere vanno ricordati i “Principi del Codice penale”, pubblicati postumi. Scrisse anche alcune tragedie di cui una: “Gli esuli tebani” dedicata al Filangieri, il dramma lirico “ Corradino” e la commedia “Emilia”.

GAETANO FILANGIERI:

Napoli 1752 –Vico Equense (NA) 1788. Laureatosi in legge esercitò per qualche tempo l’avvocatura che presto abbandono per dedicarsi agli studi. Nel 1787 fu chiamato a far parte del Consiglio Superiore delle finanze. Intanto lavorava alla sua opera maggiore: “Scienze della legislazione” di cui pubblicò primi due volumi. La morte sopraggiunta a soli 36 anni gli impedì di completare il terzo. La “Scienza della legislazione” è tutta rivolta alle concezioni dell’illuminismo: italiano: fiducia nel potere della legislazione, coscienza della funzione degli intellettuali, rifiuto della politica di potere, lotta contro il fanatismo e la superstizione, ricerca puntuale e concreta delle riforme nella politica, nell’economia, nel diritto e nell’istruzione. Altre opere: “Della pubblica e privata educazione”, “Riflessione politiche”.

PIETRO COLLETTA:

Napoli 1775 – Firenze 1831. Avviatosi nella carriera militare, nel 1799 simpatizzò per la Repubblica, caduta la quale, venne messo in disparte..Nel periodo napoleonico fu aiutante di campo del Re Gioacchino Murat. Ebbe importanti funzioni militare anche 1820, durante il costituzionale. Con la restaurazione borbonica venne esiliato in Moravia. Tornato in Italia nel 1823, si stabilì a Firenze dove conobbe il Capponi, il Leopardi, il Tommaseo, il Giordani; collaborò all’Antologia “, la rivista fondata e diretta (1821-1833) da Giovan Pietro Vieusseux. La sua opera più nota: “Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825”, pubblicata postuma.

GIAMBATTISTA CHIARINI:

Orsogna (CH) 1792.E’ il chiosatore erudito e puntuale del Celano per l’esizione 1858-1860 della sua opera “Notizie del bello…ecc”.Pubblicò funzionario, fu segretario generale dell’Intendenza di Calabria, ma non trascurò gli studi e le ricerche che lo appassionavano. Nel 1851 pubblicò il primo volume dell”Antologia politico istorica tratta dal testo Tacito”. Il suo commento al Celano è un’inesauribile di notizie, aggiunte, note per “farne risultare – come egli stesso dice –un insieme d’antico e di moderno che sia chiaro, piacevole e interessante per tutti”.

SALVATORE CAMMARANO:

Napoli 1801-1852. Autore di drammi e librettista, oltre che pittore. Scrisse il libretto della “Lucia di Lammermoor” per Gaetano Donizetti; quelli della “Luisa Miller”, del “Trovatore” e della “Battaglia di Legnano” per Verdi. Altri ne scrisse per Giovanni Pacini, Saverio Mercadante, e tutti di intonazione prettamente romantica.

ALESSANDRO POERIO:

Napoli 1802 – Venezia 1848. Poeta e patriota, esiliato dopo i moti del 1821 insieme al padre e al fratello Carlo, visse in Germania, Francia e Inghilterra. A Firenze frequentò il Leopardi e il Tommaseo e da loro la sua opera poetica fu sensibilmente influenzata. Morì alla difesa della Repubblica veneta per le ferite riportate nel combattimento di Mestre. Rimangono due raccolte di versi: Liriche (1843) e “Poesie edire e postume” (1852) tutte di ispirazione civile e religiosa.

ANTONIO RANIERI:

Napoli 1806 – 1888. Scrittore di idee liberali che gli costarono l’esilio in gioventù. Dopo l’Unità d’Italia venne eletto deputato e poi senatore al parlamento. Collaborò alla rivista l”Antologia”. Strinse amicizia Giacomo Leopardi del quale curò l’edizione delle opere. Scrisse volumi di storia e di narrativa tra cui il romanzo a sfondo sociale: “ Ginevra e l’orfana della Nunziata”, ed un libro di memorie: “ Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi”.

PITRO PAOLO PARZANESE:

 Ariano di Puglia 1809 – Napoli 1852, poeta, sacerdote di idee liberali, ma molto caute e moderate. Tradusse Byron, Hugo e Lamartina e pubblicò versi ora di intonazione patriottica, ora di esortazione cristiana, suggerendo ai poveri l’obbedienza e il sacrificio: “ Armonie italiane”, “ Canti del Viggianese”, “Canti del povero”.

LUIGI SETTEMBRINI:

Napoli, 1813 – 1876, letterato e patriota liberale, fu allievo di Basilio Puoti insieme al De Sanctis. Fu arrestato una prima volta per cospirazione e scontò tre anni di carcere. Più tardi, per aver pubblicata anonima la “ Protesta del popolo delle due Sicilie”, si sottrasse alla cattura rifugiandosi a Malta. Prese parte ai moti del 1848 e, al ritorno dei Borbone venne di nuovo arrestato e condannato a morte. La pena fu poi mutata con l’ergastolo. Mentre veniva deportato in Argentina riuscii a fuggire ed a riparare in Inghilterra. Tornò in Italia nel 1866 e si dedicò all’insegnamento. Pubblicò le “Lezione di letteratura italiana”, fortemente caratterizzate dalla passione politica, le “Ricordanze della mia vita” ed un romanzo: “I neoplatonici”. 

FRANCESCO DE SANCTIS:

Morra Irpinia, oggi Morra De Sanctis, 1817 – Napoli 1883, intellettuale della “Nuova Italia, uomo politico, e critico.” Insegnò al collegio della Nunziatella, si interessò agli sviluppi della cultura Europea e, in particolare, all’ Heghelismo. Nel 1848 partecipò con i suoi allievi all’insurrezione napoletana per cui, nella successiva repressione, venne messo in carcere dove rimase due anni e mezzo. Imbarcato per essere deportato in America, riuscì, con uno stratagemma a sbarcare a Malta e a raggiungere Torino, allora asilo di perseguitati politici. Riprese gli studi e l’attività culturale, organizzò corsi pubblici di lezioni dantesche, iniziò la revisione critica dell’Estetica Hegeliana. Tornato a Napoli dopo il 1860, venne più volte eletto deputato al Parlamento Nazionale e fu più volte Ministro della Pubblica Istruzione. Pubblicò “Saggi critici” la famosa “Storia della letteratura Italiana” sulla quale si formarono generazioni di giovani intellettuali, i saggi sul Tetrarca e il Leopardi, i volumi su “Manzoni e la scuola Cattolico – Liberale” e su “Mazzini e la scuola democratica”, scritti autobiografici “La giovinezza” e il “Viaggio elettorale”.

FRANCESCO MASTRIANI:

Napoli 1819 – 1891, scrittore dalla prolifica vena popolare, pubblicò numerosi romanzi, circa un centinaio, raccontando torbide vicende e dipingendo a forti tinte le misere condizioni di vita nei quartieri affollati. Fra i titoli più noti: “La cieca di Sorrento“, “I Vermi“, “I misteri di Napoli“, “La sepolta viva“. 

RUGGIERO BONGHI:

Napoli 1826 – Torre del Greco (Na) 1895, politico, letterato, storico, fu deputato al Parlamento Nazionale, eletto per il Partito Moderato e Ministro della Pubblica Istruzione…pubblicò saggi storici: “Camillo Cavour”, “Distraeli e Gladstone”, “Storia dell’Europa durante la Rivoluzione Francese”, volumi di critica e polemica letteraria: “Perché la letteratura italiana non è popolare in Italia”, “Maneoni e la lingua” e scritti autobiografici.  

FRANCESCO AGRI:

Catanzaro 1834 – Bologna 1913, filosofo e letterato, seguace dell’indirizzo cattolico moderato del Gioberto e del Rosmini. Insegnò Storia della Filosofia a Bologna. Si oppose con forza contro i primi tentativi di suscitare un movimento a favore del divorzio e favorì l’introduzione del catechismo nelle scuole. Scrisse saggi come: “Amore, dolore e fede”, “Dialettica serena”. Tradusse dodici dialoghi di Platone.

LUIGI CAPUANA:

Mineo (CT) 1839 – Catania 1915, narratore e critico teatrale, fu considerato l’ideologo del verismo italiano. Si interessò agli sviluppi del naturalismo francese, soprattutto a Emile Zola. Scrisse romanzi : “Giacinta”, “Profumo”, raccolte di fiabe “C’era una volta”, volumi novelle: “Le appassionate”, “Le paesane”, saggi di critica letteraria, studi sulla letteratura contemporanea.

GIOVANNI VERGA:

Catania 1840 – 1922, scrittore, romanziere, educato al liberalismo e all’impegno civile rilevò presto la sua vocazione letteraria. Scrisse a 16 anni il suo primo romanzo, rimasto inedito: “Amore e patria”.Cinque anni dopo seguì un altro romanzo: “ I carbonari della montagna”. Si arruolò nella Guardia nazionale durante la spedizione garibaldina pur continuando a produrre.In questo periodo lo scrittore passò dal romanticismo critico a quello passionale, passaggio documentato dai successivi romanzi: “ La peccatrice”, “ Storia di una capinera”. Trasferitosi a Firenze prima e a Milano più tardi, entrò in contatto con gli ambienti letterari di queste città. Vi conobbe Francesco Dall’Ongaro, Giuseppe Giocosa, Arrigo Boito. In quegli anni publicò “ Eva”, “ Tigre reale”, “ Eros”. Nel 1881 esce “I Malavoglia” , in cui culmina il nuovo orientamento verista del Verga. Nel frattempo dava alle stampe una raccolte di novelle: “ Vita dei campi” cui si affiancheranno quelle di “ Novelle rusticane”, “Per le vie”, “Vagabondaggio”; “I ricordi del capitano d’Arce”, “Don candelario”. Dalle novelle ricavava materia per drammi: “Cavalleria rusticana”, “La portineria”, “La lupa”. Nel 1889 esce il secondo grande romanzo: “Mastro del Gesualdo”. Il romanzo: “La duchessa di Leyra” rimase incompiuto.

ACHILLE TORELLI:

Napoli 1841 – 1922, poeta e commediografo. E’ noto soprattutto per le commedie “I mariti” che ottenne subito gran successo. Altri titoli: “Troppa grazia”, “La moglie”, “Triste realtà”, “Scrollina”. Pubblicò anche commedie in dialetto napoletano: “’E ddoje catene”, “’A chiesa d’o sanghe”, e una raccolta diversi: “Schegge”.

MARIO RAPISARDI:

Catania 1844-1912, poeta, nei suoi versi “Palingenesi”, “Lucifero”, “Giobbe”, “Atlantide”, si propose, con stile declamatorio, come il vate degli ideali umanitari, inneggiando alla scienza, al progresso, alla libertà, alla giustizia. Pubblicò anche alcune traduzioni da Lucrezio, Orazio, Catullo, P. B. Shelley.

FEDERICO VERDINOIS:

Certa 1884- Napoli 1927, scrittore giornalista nei suoi racconti e bozzetti pubblicati in vari periodici e poi raccolti in volumi: “Racconti”, “La visione di picche”, “Quel che accadde a Nannina”, dipinge scene e personaggi della piccola borghesia napoletana. Tradusse anche, con risultati notevoli, alcuni grandi romanzi russi dell’ottocento.

FRANCESCO D’OVIDIO:

Campobasso 1849 – Napoli 1925. Critico e filosofo adottò e seguì il metodo storico. Conduse diversi studi e ricerche di filologia romanza e di letteratura italiana, tra i quali si segnalarono: “Sule origini dell’antica forma flessionale del nome italiano”, “Studi sulla Divina Commedia”, “La correzione ai promessi sposi alla questione della lingua”, “Versificazione italiana e una poetica medioevale”, “Varietà critiche” uscito postumo nel 1929.

NICOLA MISASI:

Cosenza 1850 – Roma 1923, narratore orientato in direzione del verismo, fu autore molto prolifico. Scrisse più di cinquanta romanzi e circa duecento racconti, attraverso i quali rappresentò i drammi, le passioni e le leggende della Calabria, così come andavano facendo Luigi Capuana per la Sicilia e Matilde Serao per Napoli. Molto spesso, però, la sua tecnica narrativa richiama i moduli tipici del romanzo d’appendice. Tra i libri di maggior successo: “Racconti calabresi”, “La Magna Sila”, “Frate Angelico”, “Badia di Montenero”.

EDUARDO SCARPETTA:

Napoli 1853 – 1925, attore,commediografo, cominciò quindicenne la carriera di attore interpretando piccoli ruoli, poi entrò nella compagnia di A. Petito…a ventiseienni era capocomico e tral’altro si provò a scrivere qualche lavoretto da mettere in scena, ispirandosi alle pochades francesi. Fin dai primi tentativi ebbe clamorosi successi di pubblico…fra i titoli più noti: “Miseria e Nobiltà”, “Nu Turco Napulitano”, “Na Santarella”, “Il figlio di Iorio” in cui fece la parodia della tragedia di D’Annunzio

FRANCESCO TORRACA:

Pietrapertosa (Pt) 1853 – Napoli – 1938 Allievo del De Sanctis, fu critico e storico della letteratura di notevole spessore . Insegnò a Roma e a Napoli e pubblicò diversi studi pregevoli, sulla cultura medioevale e umanistica, su Dante e Boccaccia. Vanno segnalati: “Jacopo Sannazzaro”, “Rimatori napoletani del quattrocento”, “Studi sulla lirica italiana del duecento”, “Studi danteschi”, “Studi di storia letteraria”.

MATILDE SERAO:

Patrasso (Grecia) 1856 – Napoli 1927, giornalista, scrittrice. Impiegata ai telegrafi, svolgeva contemporaneamente attività di giornalista. Insieme al marito Eduardo Scarfoglio fondò, il “ Corriere di Napoli “ e “Il Mattino”. Separatosi da Scarfoglio diede vita a “Il giorno” che diresse fino alla morte. Scrittrice prolifica lasciò oltre una quarantina tra romanzi e volume di racconti. “Fantasia”, “la virtù di Checchina”, “Il Ventre di Napoli”, “Il paese di cuccagna”, “La ballerina”. Più tardi la sua vena si andò impoverendo con “Temi e il leone”, “Mors tua”, “San Gennaro nella leggenda e nella vita”.

SALVATORE DI GIACOMO:

Napoli 1860 – 1934 Poeta. Iscrittosi alla Facoltà di Medicina, smise molto presto di frequentare i corsi per dedicarsi al giornalismo e alla letteratura. Scrittore prolifico e vari, produsse racconti, liriche, drammi, libri di erudizione come “Cronaca del Teatro S. Carlino”. Tra le prose si ricordano “Minuetto settecentesco”, “Pipa e boccali”, “Novelle napoletane”. Per il teatro pubblicò “’O voto”, “Assunta Spina”, “Quand l’amour meurt”, mentre nella poesia compose diverse raccolte: “’O funneco verde”, “Ariete e sonetti”, “Canzoni e ariette nove”.

FEDERICO DE ROBERTO:

Napoli 1861 – Catania 1927 narratore, aderì alla corrente verista e fù amico di G. Verga e di Luigi Captano. Nelle sue opere esasperò le tinte del verismo, ma si avvertono anche influenze della narrativa francese, tanto nelle novelle “La sorte”, “Documenti umani”, “Processi verbali” quanto nei romanzi: “Ermanno Reali”, “L’illusione”, “Spasimo”, “Messa di nozze”. Fu nel suo migliore romanzo: “I viceré” che il De Roberto riuscì ad esprimere le sue autentiche qualità di narratore.

ROBERTO BRACCO:

Napoli 1862 – Sorrento 1934. Scrittore, giornalista, pubblicò racconti, drammi, saggi critici, testi per film. Fra i suoi drammi soprattutto noti: “L’infedele”, “Ad armi corte”,”Don Pietro Caruso”, “Il piccolo santo”. “Il trionfo”, “Maternità”, “Sperduti nel buio”, “Notte di neve”. Vi si trovano i motivi del subsonico, lo spirito della commedia mondana, spaccati della vita del popolo umile, il mondella borghesia. Bracco era stato designato per il premio Nobel, ma il regime mussoliniano si oppose, non desiderando che il prestigioso riconoscimento fosse assegnato ad un antifascista.

BENEDETTO CROCE:

Pescasseroli (L’Aquila) 1866- Napoli 1952. Filosofo, critico e storico. Esordì con lavori sulla storia della rivoluzione napoletana di 1799 e sui teatri di Napoli. Sul terreno della filosofia, si accostò a Hegel, attraverso il marxismo di A. Labriola, quindi a Vico e a De Sanctis. Approfondì la sua indagine filosofica, pubblicò L’estetica, la Logica e la filosofia della pratica, fino al compimento con Teoria e storia della storiografia. Intanto andava illustrandi gli sviluppi del suo pensiero sulle pagine della “Critica”, la rivista che aveva fondato nel 1903. Portò avanti gli studi di estetica continuando a pubblicarne gli esiti: “ Problemi di Estetica “, “ Nuovi saggi di estetica “, “La poesia di Dante “, “ Ariosto, Shakespeare e Corbeille “, “ Poesia popolare e poesia d’arte “ , “ La letteratura Italiana del Seicento “. Nel campo della storiografia, dopo “ Storia come pensiero e come azione “, scrisse: “ Storia d’Italia dal 1871 al 1915”, “ Storia del Regno di Napoli “, “ Storia dell’Età Barocca in Italia “, “ Storia dell’Europa nel secolo XIX “. Era stato ministro dell’Istruzione con Giolitti nel primo dopoguerra, Aveva redatto, su invito di Giovanni Giolitti, il “Manifesto degli antifascisti”. Nel secondo dopoguerra fu componente del Comitato di liberazione, ministro nei governi Badoglio e Bonomi, poi senatore di diritto.

FERDINANDO RUSSO:

Napoli 1866-1927. Diversamente dalla tradizione Di Giacomo e dei suoi seguaci, permeata di lirismo, fu poeta di forte realismo, del dialetto napoletano. Già la prima raccolta, pubblicata a 19 anni, “Gano e Ma ganza”, rivela gli orientamenti del poeta. Esiti migliori toccò con le raccolte successive: “’E scugnizze” e “Gente ‘e malavita”. Tra le altre opere si ricordano: “ ‘O Luciano d’Orre”, il poemetto “ ‘N paraviso”, “Sunettiata”, “ ‘O Cantastorie”, “ Canzoni, canzonette e bizzarrie”. Scrisse anche drammi: “Lucilla Catena”, “ ‘A paranza scicca”.

LUIGI PIRANDELLO:

Girgenti (oggi Agrigento) 1867 Roma 1936. Drammaturgo e narratore, si laureò a Bonn con una tesi sulla lingua del suo paese: “La parlata di Girgenti”. Tornato in Italia si stabilì a Roma dove frequento i circoli culturale e collaborò a “Nuovi Argomenti” e al “Marzocco”. Ma fù dal primo novecento che cominciò a pubblicare poesie, romanzi e novelle. Tuttavia come autore drammatico ebbe fama internazionale, a partire dal primo dopoguerra. Sono di questo periodo “Liolà”, “Pensaci Giacomino”, “La Giara”, “Il berretto a sonagli”, “Il gioco delle parti”, “Così è se vi pare”, “Il piacere dell’onestà”. Ancora più clamorose accoglienze ottennero in seguito: “Sei personaggi in cerca d’autore”, “Vestire gli ignudi”, “L’amica delle mogli”. Morì lasciando incompiuto il dramma “Il gigante della montagna”. Alla vasta raccolta di “Novelle per un anno, si aggiunsero i romanzi: “Il fu Mattia Pascal”, “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, “Uno, nessuno e centomila”. Nel frattempo uscivano le raccolte di liriche: “Pasqua di Gea”, “Mal giocondo”, “Elegie renane”. Premio Nobel 1934.

FRANCESCO GAETA:

Napoli 1879-1927. Poeta e prosatore scrisse raccolte di versi: “Poesie d’amore”, “Sonetti voluttuosi e altre poesie”, molto apprezzati da Benedetto Croce. Pubblicò anche novelle: “Racconti giocondi”, “Drammi e romanzi brevi”.

GIOVANNI GENTILE:

Castelvetrano (Trapani) 1873 – Firenze 1944. Filosofo, collaborò alla “Critica” di Croce, poi nel 1920 fondò il “Giornale critico della filosofia italiana”. Aderì al fascismo, fu ministro dell’Istruzione di cui realizzò la riforma. Principale teorico del fascismo, passò con la repubblica di Salò, alla caduta del regime. Catturato dai partigiani nel 1944, venne giustiziato. Tra le sue opere: “Teoria generale dello spirito come atto puro”, “Sistema di logica come teoria del conoscere”, “La filosofia dell’arte”, “Manzoni e Leopardi”, “Vincenzo Cuoco”. Diresse l’enciclopedia Treccani.

ERNESTO MUROLO:

1876 – 1939. Un poeta e un commediografo, fu popolarissimo come autore di testi di canzoni napoletane divenute famose, raccolte poi e pubblicate in volume: “Canzonette”, “Matenate”, “Canta Posillipo”. Come autore per il teatro scrisse commedie in dialetto “Signorine”, “Anema bella”, “O Giovannino o la morte”.

FRANCESCO FLORA:

Colle Sannita (Bn) 1881 – Bologna 1962, scrittore e critico letterario. Di formazione crociata, fu redattore capo della rivista “La Critica” e professore di letteratura italiana all’Università di Bologna. Scrisse poesie volumi di narrativa, ma è soprattutto noto per i saggi critici. “D’Annunzio”, “Civiltà del Novecento”, “La poesia ermetica”, “Orfano della parola”, “La poesia di Pascoli”.Autore di una “Storia della letteratura italiana” e curatore delle opere di classici italiani.

GIUSEPPE ANTONIO BORGESE:

Polizzi – Generosa (PA) 1882 – Fiesole (FI) 1952. Giornalista, letterato, a 22 anni era direttore della rivista “Hermes”. Insegnò letteratura tedesca prima in Italia e poi negli Stati Uniti dove si era trasferito nel 1931, dopo aver pubblicato un severo atto di accusa contro il fascismo. In Italia tornò solo negli ultimi anni di vita. La sua prima opera: “Storia della critica romantica in Italia” che si inseriva negli orientamenti crociani, fu seguita , anni dopo da “Poetica dell’Unità” che segnò il definitivo distacco dal Croce. Altre opere: “Gabriele d’Annunzio”, “La vita e il libro”. Tra l’altro fu anche autore di romanzi.

LIBERO BOVIO:

Napoli 1883 – 1942. Scrittore, si dedicò con passione allo studio della storia e delle tradizioni napoletane. Autore di saggi: “Mastriani”, “I miei napoletani”; racconti: “Don Liberato si spassa”; commedie, raccolte in “Teatro” e “Poesie anch’esse in dialetto”. Rimangono celebri alcuni testi per canzoni: “Signorinella”, “Cara piccina”.

ADRIANO TILGHER

Resina (oggi Ercolano) Na 1887 – Roma 1941. Filosofo e critico letterario antifascista, durante il regime preferì rinunciare all’insegnamento universitario. Da Filosofo fu pessimista sostenendo la impossibilità di una morale generalmente valida. Da critico scrisse notevole saggi letterari e teatrali: “Voci del tempo”, “Studi sul teatro contemporaneo”, “La scena e la vita”, “Estetica”, “La poesia dialettale napoletana”.

GIUSEPPE DE ROBERTIS:

Matera 1888 – Firenze 1963. Critico, professore di letteratura italiana a Firenze, direttore della “Voce” fu autore di saggi critici: “Scrittori del Novecento”, “Studi”, “Saggio su Leopardi”, “Primi studi Manzoniani”, “Altro Novecento”, “Scritti vociani postumi”. Curò le edizioni commentate delle poesie di Foscolo, di Poliziano, di Leopardi.

RAFFAELE VIVIANI:

Castellammare di Stabia (Na) – 1888 – Napoli 1950. Attore e commediografo, fece un durissimo tirocinio sulle scene con ruolo di attore, cantante e acrobata, finché si affemò come macchiettista creando scenette di gusto popolare. Da questo materiale ricavò spunti per drammi commedie che interpretate con profonda partecipazione la vita dei “bassi”: “’O vico”, “Tuledo ‘e notte”, “’A figliata “, “Guappo ‘e cartone”, “’E piscature”, “L’imbroglione onesto”, “La tavola dei poveri”: Pubblicò anche raccolte di versi dialettali.

LUIGI FALLACARA:

Bari 1890 – Firenze 1963. La lirica di questo poeta trasuda una sofferta religiosità. Pubblicò diverse raccolte: “Illuminazione”, “Notturni”, “Celeste affanni”, “Il frutto del tempo. Fu anche attivo e apprezzato collaboratore di “Lacerba” e del “Frontespizio”.

ETTORE LO GATTO:

Napoli 1890 – Roma 1893. Studioso lingue e letteratura slave, ha contribuito a diffondere in Italia la conoscenza della letterature russa, Professore all’Università di Roma, ha pubblicato vari saggi critici e storici: “ Storia della letteratura russa”, “Gli artisti italiani in Russia”, “ Storia del teatro russo”, “ Puskin, storia di un poeta e di un eroe” per il quale gli è stato assegnato il premio Viareggio nel 1960.

LUIGI RUSSO:

Delia (Caltanisetta) 1892 – Marina di Pietrasanta (Lucca) 1961. Tra i maggiori critici letterari italiani, fu professore nelle università di Firenze e di Pisa; fondò la rivista “Belfagor”. Tra i critici di formazione crociana, superò le rigide contrapposizioni tra poesia e non poesia e nei rapporti tra letteratura e società. Nel gran numero di libri che scrisse, si possono ricordare: “Giovanni Verga”, “Abba e la letteratura garibaldina”, “Francesco De Sanctis e la letteratura napoletana”, “La critica letteraria contemporanea”, “Machavelli”, “I narratori”. Altri titoli: “Elogio della polemica”, “De vera religione”, “Il dialogo dei popoli”, “Invito alla resistenza”.

ANTONIO PIZZUTO:

Palermo 1893 – Roma 1976. Dopo una lunga carriera nella pubblica amministrazione, giunto alla pensione cominciò a scrivere romanzi che lo segnalarono come uno dei più significativi autori dell’Avanguardia italiana. “Signorina Rosina”, “Si riparano bambole”, “Paginette”, “Sinfonia”, “Testamento”, “Ultime e penultime”, “Pagelle I°”, “Pagelle II°”, “Sul ponte di Avignone”, un testo quest’ultimo che, pubblicato nel 1938 con uno pseudonimo, venne riproposto nel 1985.

IGNAZIO BUTTITTA:

Bagheria (Palermo) 1899 – 1997 Poeta, ha pubblicato, nella sua lunga vita, molte raccolte in ialetto siciliano, cariche di un vigoroso senso umano e sociale: “Lupani si chiama pani”, “La peddi nova”, “La Paglia bruciata”, “Io faccio il poeta”, che gli valse il Premio Viareggio nel 1972, “Pietre nere”. Per il teatro scrisse “Colapesce”.

CORRADO ALVARO:

San Luca (Reggio Calabria) 1895 – Roma 1956. Dall’esperienza della I° guerra mondiale nacquero i versi di “Poesie grigio verdi”. Le prime esperienze narrative le fece con i racconti di “L’amata alla finestra”, cui seguì “Gente in Aspromonte” e, più tardi “L’uomo è forte” andò poi scrivendo una nuova raccolta di racconti: “Incontri d’amore” e la trilogia di romanzi: “L’età breve”, “Mastrangelina”, “Tutto è accaduto”. Scrisse anche saggi e diari: “Itinerario Italiano”, “Quasi una vita” (Premio Strega), “Il nostro tempo è la speranza”. Giornalista, collaborò al “Mondo” fu inviato speciale e direttore del “Risorgimento”.

GIUSEPPE TOMASI DI LAMPEDUSA:

Palermo 1896 – Roma 1957 Cominciò tardi l’opera di narratore, dopo aver partecipato alle due guerre mondiali e compiuto lunghi viaggi all’estero. Il suo romanzo “Il gattopardo”, uscito postumo 1958, ebbe il premio Strega e fu occasione di vivace polemiche letterarie. Scrisse anche un libro di “Racconti”, e saggi critici: “Lezioni su Stendhal”, “Inviti alle lettere francesi del ‘500”, “Letteratura inglese”.

LEONIDA REPACI:

Palmi (R.CAL.) 1898 – Roma 1985, esordì con una raccolta di poesie: “Poemi della solitudine” per dedicarsi poi alla narrativa. S’impone, in questo campo, il ciclo dei fratelli Rupe: “I fratellini Rupe”, “Potenza dei fratelli Rupe”, “Passione dei fratelli Rupe”, “Storia dei fratelli Rupe”. Altri romanzi: “La carne inquieta”, “L’ultimo cireneo”.Pubblico anche un libro di racconti: “Racconti della mia Calabria”, un saggio: “Compagni di strada”, e il dramma: “La madre incatenata”.

EDUARDO DE FILIPPO:

Napoli 1900 – Roma 1984, attore e commediografo, in principio scrisse i testi per la Compagnia che dirigeva con i fratelli Peppino e Titina, dal 1944 con la sola Titina, dal 1951 in poi da solo. Dopo una serie di commedie farsesche, cercò nuove strade per un discorso di più ampio respiro sui temi scottanti della vita. Nacquero cosi le commedie divenute famose: “Ditegli sempre di si”, “Sik Sik, l’artefice magico”, “Natale in casa Cupiello”, “Non ti pago”, “Napoli milionaria”, “Questi fantasmi”, “Filumena Maturano”, “Le voci di dentro”, “Mia famiglia”, “De Pretore Vincenzo”, “Sabato, domenica e lunedì” “Il Sindaco del rione sanità”, “L’arte della commedia”, “Il contratto”. “Bene mio e core mio”, “Il monumento”, “Gli esami non finiscono mai”. Fu autore anche di raccolte di poesie: “Il Paese di Pulcinella”, “Le poesie di Eduardo”, “’O pensiero e altre poesie”.

UMBERTO BOSCO:

Catanzaro 1900 – Roma 1987, critico, insegnò letteratura italiana all’Università di Roma, collaborò a “Il Leonardo”, “La Cultura”, “La Nuova Antologia”. Fu anche redattore capo della “Enciclopedia Italiana”. Pubblicò diversi saggi: “Il Decamerone”, “Tetrarca”, “Titanismo e pietà in Giacomo Leopardi” “Realismo Romantico”, “Dante vicino”, “Saggi sul Rinascimento italiano”.

ENRICO FALQUI:

Frattanaggiore (Napoli) 1901 – Roma 1974 Critico orientato nel senso del conservatorismo ndella “Ronda”, fu sicuramente tra i più informati interpreti della letteratura italiana contemporanea. Aspetto, quest’ ultimo testimoniano, tra l’altro, dalle sue opere: “Ragguaglio sulla prosa d’arte”, “Prosatori e narratori del Novecento Italiano”, “Novecento letterario”.

SALVATORE QUASIMODO:

Modica (Ragusa) 1901 – Napoli 1968. Dopo aver esercitato vari lavori a Roma, Reggio Calabria e Firenze, Elio Vittoriani lo mise in contatto con gruppo di “Solaria” e fu nella edizione di questa rivista che apparve la sua prima raccolta “Acue e terre”. Che fu riconosciuto tra i rappresentanti di punta dell’Ermetismo. A Milano, dove si era trasferito, si occupò di giornalismo per breve tempo, ottenne la cattedra di letteratura italiana al Conservatorio. Collaborò come critico teatrale a “Omnibus” ed i suoi articoli vennero pubblicati in volume col titolo di “Scritti sul teatro”. Nel 1959 ricevette il premio Nobel per letteratura.

GIUSEPPE MAROTTA:

Napoli 1902 – 1963, narratore ben presto, a 23 anni, abbandonò Napoli per trasferirsi a Milano dove lavorò da giornalista. Tra le sue opere di narratore si ricordano “L’oro di Napoli”, “A Milano non fa freddo”, “Gli alunni del sole”, “Coraggio, guariamo”, “Gli alunni del tempo”. Sua è anche la commedia: “Il Califfo Esposito”.

FRANCESCO JOVINE:

Guardialfiera (Campobasso) 1902 – Roma 1950. Il Molise era lo scenario delle sue opere dal romanzo “Signora Ava” ai racconti de “L’impero in provincia”, al successivo romanzo: “Le terre del Sacramento”, che ottenne il Premio Viareggio (1950).

ERCOLE PATTI

Catania 1904 – Roma 1976. Avviato alla giurisprudenza, si dedicò alla letteratura e al giornalismo. Collaborò al Corriere della Sera e alla Stampa, e fece lo sceneggiatore cinematografico. Da letterato, dopo le prime prove, si affermò col romanzo: “Quartieri alti”, cui seguì: “Un amore a Roma”, e altri romanzi sempre su sfondi romani: “Cronache romane”, “Roma amara e dolce” una variante: Il paesaggio siciliano, messo al centro di “La cugina”, “Un bellissimo novembre”, “Graziella”.

SALVATORE BATTAGLIA

Catania 1904 – Napoli 1971 Scrittore e filologo, insegnò filologia romanza e letteratura italiana all’Università di Napoli. Pubblico numerosi studi che vanno dalla lirica provenzale a Boccaccia, alle letterature medioevali francesi e spagnola. Tra le edizioni critiche da lui curate, si segnala quella del “Roman de la rose”, del “Teseida” e del “Filocolo” di Boccaccia. Fu direttore, per un periodo del grande dizionario della lingua italiana UTET. Tra i suoi saggi si ricordano: “La coscienza letteraria del Medioevo” e “Mitografia del personaggio”.

VITALIANO BRANCATI:

Pachino (Siracusa) 1907 – Torino 1954. Scrittore, compiti gli studi andò ad abitare a Roma dove lavorò da giornalista e si occupò di letteratura. Esordì con il romanzo “Singolare avventura di viaggio”. Tornata in Sicilia si dedicò all’insegnamento. Alla seconda fase narrativa appartengono i romanzi. “Don Giovanni in Sicilia”, “Il bell’Antonio”, “Paolo il caldo”, rimasto incompiuto. Il suo capolavoro novellistico “Il vecchio con gli stivali”, venne tradotto in film “Anni difficili” da Luigi Zampa.

MARIO LA CAVA:

Bovalino Marina (Reggio Calabria) 1908 – 1988. Il suo primo lavoro di scrittore, pubblicato su “L’Italiano” di Longanesi, furono degli aforismi sui valori del mondo contadino, raccolti poi nel volume “I caratteri”. Altre opere di narrativa: “Le memorie del vecchio maresciallo”, “Mimì Cafiero”, “La ragazza del vicolo oscuro”, “Tre racconti”. Pubblicò saggi: “Il volto della Calabria”, “Viaggio in Egitto” e testi per il teatro.

LEONARDO SINISGALLI:

Montemurro (Potenza) 1908 – Roma 1981. Diviso per un buon periodo tra interessi letterari e interessi scientifici (era ingegnere), tra Roma e Mila ha continuato regolarmente a scrivere e a pubblicare versi. “Horror Vacui”, “Cuore”, “Campi Elisi”, “La vigna vecchia”, “L’età della luna”, “Il pasero e il lebbroso”, “Diciotto poesie”, “I nuovi campi elisi”, “Mosche in bottiglia” (Premio Viareggio 1975), “Dimenticatoio”. Autore anche di prose raccolte in volume: “Fiori pari, fiori dispari”, “Belli boschi”.

ELIO VITTORINI:

Siracusa 1908 – Milano 1966. A 16 anni fuggì improvvisamente dalla Sicilia e lo ritroviamo operaio edile in Venezia Giulia. Dopo le prime prove letterarie (Scarico di coscienza), pubblicò racconti “Piccola borghesia” poi uscì il suo primo romanzo: “Il garofano rosso”. Stabilitosi a Firenze, poi a Milano pubblicò “Conservazione in Sicilia”. Nel dopo guerra intensificò la sua attività, diresse l’edizione milanese de l’Unità, fondò la rivista “Il politecnico” e pubblicò romanzi: “Uomini e no”, “Il Sempione strizza l’occhio al Frejus”, “Le donne di Messina”. Diresse con Italo Calvino la rivista “Il menabò” e dopo vari anni uscì postumi un nuovo libro “Le città del mondo”. Anche postumo uscì un volume di saggi: “Le due tensioni”.

CARLO BERNARI (pseud. Di Carlo Bernard):

Napoli 1909 – Roma 1992. Esordì nel 1934 col romanzo “Tre operai” cui fecero seguito “Tre casi sospetti”, “Speranzella” (Premio Viareggio per il 1949), “Amore umano”, “Era l’anno del sole quieto”, “Un foro nel parabrezza”, “Tanto la rivoluzione non scoppierà”, “Il giorno degli assassini”, “Il grande letto”. Le opere di questo scrittore sono percorse da un’ansia di svelare le ambiguità del mondo attuale.

ALFONSO GATTO:

Salerno 1909 – Caparbio (Grosseto) 1976. Poeta, insieme a Vasco Pratolini fondò nel 1938 la rivista “Campo di Marte”. La sua poesia è rivolta a esprimere il dolore quotidiano, ma ha dato anche voce ai temi della Resistenza e dell’impegno civile: “Isola”, “Morto ai paesi”, “Il capo nella neve”, “La forza degli occhi”, “Osteria flegrea”, “La storia delle vittime”, Premio Viareggio nel 1966, “Rime di viaggio per la terra dipinta”.

GIUSEPPE PETRONIO:

Marano (Napoli) 1909 – 2003, critico. Ha insegnato letteratura italiana all’Università di Trieste e diretto la rivista “Problemi”. E’ autore di diversi studi critici di orientamento marxista. “Il Decamerone”, “Parini e l’Illuminismo Lombardo” Dall’Iluminismo al verismo, Saggio e proposta”, “Letteratura di massa e letteratura di consumo”, “Il racconto del Novecento letterario in Italia”, “La letteratura italiana raccontata da G. Petronio”.

CARLO MUSCETTA:

Avellino 1912 – Acitrezza (Catania) 2004. Critico di orientamento crociano all’inizio, in seguito si avvicinò al marxismo. E’ autore di fondamentali studi e ricerche. “Letteratura militante”, “Cultura e poesia in G.G. Belli”, “Realismo e controrealismo”, “Giovanni boccaccia”, “Studi su De Sanctis e altri scritti di storia della critica”, “Don Chisciotte in Sicilia”, Il Papa che sorrise al Belli”, Giudizio di valore”. Ha diretto le edizioni delle opere complete del De Sanctis”; ha diretto “La letteratura italiana Storia e testi” per Laterza; ha tradotto tutta l’opera poetica di C. Baudlaire.

GIOVANNI MACCHIA:

Trani (Bari) 1912 – 2001, critico e saggista. Ha insegnato all’Università di Roma; studioso di Letteratura francese, si è occupato anche di autori italiani e di storia del teatro. Tra i suoi numerosi saggi vanno segnalati: “Baudelaire critico”, Baudelaire e la poetica della malinconia”, “Il paradiso della ragione”, “Vita, avventure e morte di Don Giovanni”, “I fantasmi dell’opera”, “Il silenzio di Moliére”, “Il Principe di Palagonia”, “L’angelo della notte”, “Pirandllo o la stanza della tortur”, “Saggi italiani”, “Dal Medioevo al Settecento”, “Proust e dintorni”, “Il Teatro delle Passioni”, “Manzoni e la via del romanzo”, “Ritratti, personaggi, fantasmi”.

ORESTE MACRI’:

Maglie (Lecce) 1913 – 1998. Si è dedicato allo studio della letteratura contemporanea da poizioni vicino all’Ermetismo. Tra i suoi saggi. “Esemplari del sentimento poetico contemporaneo”, “Caratteri e figure della poesia italiana contemporanea”, “Poesia spagnola del Novecento”, “Semantica e metrica dei “Sepolcri” del Foscolo”, “L’enigma della poesia di Pietro Bigonciari”, “Tommaso Landolfi”, “Pratolini”.

LUIGI COMPAGNONE:

Napoli 1915 – 1998. Narratore, ha pubblicato romanzi percorsi da una venatura ironica e surreale: “L’amara scienza”, “Capriccio con rovine”, “L’allegria dell’orco”, “Malabolgia”, “Mater Camorra”, “L’oro nel fuoco”. Nel suo lavoro di scrittore non manca il rifacimento e il pastiche: “Commento alla vita di Pinocchio”, “La vita nova di Pinocchio”, Ha pubblicato anche raccolte di poesie: “I Santi dietro alle porte”, “Nero di luna”.

ELENA CROCE:

Napoli 1915 – Roma 1994. Scrittrice, figlia di Benedetto Croce, ha pubblicato libri di memorie e studi critici: “Ricordi familiari”, “L’infanzia dorata”, “Due città”, “Romantici inglesi e altri saggi”, “Francesco De Sanctis”. In collaborazione con la sorella Ada ha pubblicato: “Il congedo del romanzo”, e “Il romanticismo spagnolo”.

ALBINO PIERRO:

Tursi (Matera) 1916 – Roma 1995, poeta, ha usato con esiti suggestivi il dialetto arcaicodi Tursi, un’isola linguistica dove è ancora vivoil neo-latino della Basilicata. “Aterra d’u ricordo”, “l’nnamuréte, “Metaponto”, “Nd’u piccicarelle di Turse”, “Eccò ‘a morte”, “Famme dorme”, “Nu belle fatte”, com’a ghiu a fe”, Si po’ nu Jurne”, “Tante che pàrete notte”, “Non c’è pizze di munne”.

NATALIA GINZBURG:

Palermo 1916- Roma 1991, scrittrice sposata con Leone Ginzburg, con lui e con i figli fu confinata per antifascismo. Ha pubblicato diversi libri di narrativa: “E’ stato così”, “Tutti i nostri ieri”, “Valentino” premio Viareggio (1957), “Le voci della sera”, “, “Caro Michele”, “La città e la casa”, “Lessico familiare”, (premio Strega 1963), “Le piccole virtù”, “Mai devi domandarmi”, “Vita immaginaria”, “La famiglia Manzoni”, “Serena Cruz o la vera giustizia”, per il teatro ha pubblicato “Ti ho sposato per allegria e altre commedie”, “Paese di mare”, “La poltrona”.

MARIO ALICATA:

Reggio Calabria 1918 – Roma 1966, critico, giornalista, dopo un iniziale orientamento crociano, passò su posizione marxiste, fu deputato del P.C.I. I suoi interventi nel dibattito culturali su riviste come “La Ruota”, “Primato”, “Rinascita”, “Il Contemporanei”, svolsero un importante ruolo. I suoi scritti sono stati pubblicati postumi: “Scritti letterari”, “La battaglia delle idee”, “Intellettuali e azione politica”, “Lettere e taccuini di Regina Coeli”.

STEFANO D’ARRIGO:

Alì (Messina) 1919 – Roma 1992. Scrittore, il suo esordio è stato da poeta con la pubblicazione di una raccolta di versi: “Codice Siciliano”, poi si occupò di critica e per oltre 15 anni si è dedicato alla scrittura del lungo romanzo “Horcynus Orca”. Dieci anni dopo apparve il suo secondo romanzo: “Cima delle Nobildonne”.

DANTE TROISI:

Tufo (Avellino) 1920 – Roma 1989, Magistrato, la sua narrativa si impernia su problemi sociali, sulle contraddizioni della giustizia e sull’indagine dell’animo umano. “Diario di un giudice”, “Innocente delitto”, “Voci di Vallea, “La sopravvivenza”, “La finta notte”, “l’inquisitore dell’interno 16”, (Premio Campiello 1986), “La sera del concerto”, pubblicato postumo.

LUIGI INCORONATO:

Montreal (Canada) 1920 – Napoli 1967. Scrittore, figlio di emigrati, il padre era nato nel Molise. A dieci anni tornò in Italia, studiò alla Normale di Pisa, si laureò a Napoli. Durante la guerra venne inviato sul fronte greco dove rimase gravemente ferito. Dopo il conflitto si dedicò all’insegnamento e alle lettere. Esordì col romanzo “Scala a San Potito” cui seguì il volume di racconti “Morunni”.Otto anni dopo uscì un secondo romanzo: “Il Governatore”, quindi fu la volta di “Compriamo bambini”. L’ultimo romanzo “Pareti bianche” fu pubblicato postumo. Era stato trovato fra le sue carte pochi giorni dopo la sua morte avvenuta per suicidio la domenica 26 aprile 1967.

GESUALDO BUFALINO:

Comiso (Ragusa) 1920 – 1996. Narratore rivelatosi tardivamente con un breve romanzo pubblicato nel 1981: “Diario dell’autore”, che ottenne il Premio Campiello. In seguito ha pubblicato libri di poesie: “L’amaro miele”, di memoria: “Museo d’ombre”, “Il fiore breve ovvero le malizie della memoria”. Ha pubblicato raccolte di aforismi: “Il malpensante”, e volumi di vario argomento “Carte perse”, “La luce e il lutto”, e altri romanzi: “Le menzogne della notte”, (Premio Strega 1988), “Calende greche”, “Tommaso e il fotografo cieco”.

MICHELE PRISCO:

Torre Annunziata (Napoli) 1920 – 2003. La concezione della “napoletanità” non è più rivolta, in questo scrittore, al realismo sociale, ma indagare la condizione esistenziale. Così nei romanzi. “Gli eredi del vento”, “La dama di piazza”, “Una spirale di nebbia” (Premio Strega 1966), “Gli ermellini neri”, “Le parole del silenzio”, “Lo specchio cieco”, “I giorni della conchiglia”, e nei libri di racconti: “La provincia addormentata”. “Fuochi a mare”, “Il colore del cristallo??”, “Terre basse”, “Il pellicano di pietra”.

GIUSEPPE PATRONI GRIFFI:

Napoli 1921 – Roma 2005 narratore e regista, ha scritto romanzi: “Scende giù per Toledo”, “Gli occhi giovani”, “La morte della bellezza”, “Del metallo e della carne” e drammi: “D’amore si muore”, “Anima nera”, “Metti una sera a cena”, “Persone naturali e strafottenti”, “Gli amanti dei miei amanti sono i miei amanti”

LEONARDO SCIASCIA:

Racalmuto (Agrigento) 1921 – Palermo 1989. Esordì con raccolte di poesia: “Favole della dittatura”, “La Sicilia, il suo cuore”; passò poi alla narrativa: “Le parrocchie di Regalpetra”, “Gli zii di Sicilia”, “Il giorno della civetta”, “A ciascuno il suo”, “Il consiglio d’Egitto”, “Morte dell’Inquisitore”, “Recitazione della controversia liparitana”, “Il contesto”, “Todo modo”, “I pugnalatori”, “L’affare Moro”, “Dalle parti degli infedeli”, “La scomparsa di Majorana”, “Il teatro della memoria”, “Occhio di capra”, “La strega e il capitano”, “Il cavaliere e la morte”, “Una storia semplice.

RAFFAELE LA CAPRIA:

Napoli 1922 – vivente.Nei racconti e nei romanzi ha tracciato un quadro della sua generazione considerata inerte e velleitaria: “Un giorno di impazienza”, “Ferito a morte” (Premio Strega 1961), “Amore e psiche”, “Fiori giapponesi2. Ha scritto anche diversi saggi: “False partenze”, “Variazioni sopra una nota sola”, “L’armonia perduta”, “Letteratura e salti mortali”, “La mosca nella bottiglia”, “L’apprendista scrittore”, “Il sentimento della letteratura”, “L’occhio di Napoli”.

MARIO POMILIO:

Orsogna (Chieti) 1921 – Napoli 1990. Ha pubblicato libri di narrativa e saggi. Tra i primi: “L’uccello nella cupola”, “Il testimone”, “La comprimissione” (Premio Campiello 1965), “Il cimitero cinese”, “Il quinto evangelio”, “Il natale del 1833” (Premio Strega 1983). Tra i secondi: “Dal naturalismo al verismo”, “La fortuna di Verga”. Postumo è stato pubblicato “Una ???lapide in Via del Babuino.”.

DOMENICO REA:

Nocera Inferiore (Salerno) 1921 – Napoli 1994. Narratore e saggista, fra i racconti e i romanzi più significativi: “Spaccanapoli”, “Gesù, fate luce”, (Premio Viareggio 1950), “Quel che vide Cammeo”, “Una vampata di rossore”, “Il re e il lustrascarpe”, “Le formiche rosse”. Altri libri sono condotti più su toni saggio o memoriale: “Ritratto di maggio”, “L’altra faccia”, “Diario napoletano”, “Il fondaco nudo”, “Ninfa plebea” (Premio Strega 1992).

ROCCO SCOTELLARO:

Tricarico (Matera) 1923 – Portici (Napoli) 1953. Le sue opere pubblicate postume, scaturirono dalla sua sofferta esperienza di militante socialista impegnato per il ricatto dei braccianti agricoli della Lucania: “E’ fatto giorno” (Premio Viareggio 1954) “Margherite e rosolacci”, “Contadini del Sud”, “L’uva puttanella”.

ANGELO MARIA RIPELLINO:

Palermo 1923 – Roma 1978. Slavista e poeta, professore di letteratura russa all’Università di Roma, traduse molti poeti russi e cechi del Novecento. Scrisse diversi saggi: “Poesia russa del Novecento”, “Majakowskj e il teatro russo d’avanguardia”, “Nuovi poeti sovietici”, “Il trucco e l’anima” (Premio Viareggio 1965), “Praga magica”, tra le raccolte di versi: “Non un giorno, ma adesso”, “La fortezza d’Alvernia e altre poesie”, “Sinfonietta”, “Autunnale barocco”.

FRANCESCO LEONETTI:

Cosenza 1924 – vivente. Scrittore e critico, fondò, insieme a R. Roversi e P.P. Pisolini, la rivista “Officina”. Ha pubblicato raccolte di poesia: “La Cantica”, “In uno scacco” e libri di narrativa: “Fumo, fuoco e dispetto”, “Conoscenza per errore”, “L’incompleto”, “Tappeto volante”, “Irati e sereni”, “Campo di battaglia”, “Le scritte sconfinate”.

SAVERIO STATI:

Sant’Agata del Bianco ( R. Calabria) 1924 – vivente. Narratore, i suoi romanzi che rientrano nella corrente del neorealismo tracciano un quadro dei drammi del sud: “Mani vuote”, “Noi lazzaroni”, “Il selvaggio Santa Venere” (Premio Campiello 1977), “ Il diavolaro”. Più legati alla tradizione gli altri testi: “I cari parenti”, “ La conca degli aranci”, “L’uomo in fondo al pozzo”.

ANDREA CAMILLERI:

Porto Empedocle, 1925. Sceneggiatore e narratore, ha insegnato all’accademia d’arte drammatica. Ha scritto testi per il teatro, la radio, la televisione. Tra le opere di narrativa: “Il corso delle cose”, “Un filo di fumo”, “La strage dimenticata”, “La stagione della caccia”, “Il gioco della mosca”.

ENZO STRIANO:

Napoli 1927 – Roma 1987. Narratore e giornalista, fu direttore di collane di didattica. Ha pubblicato vari romanzi: “Giochi degli eroi”, “Delizioso giardino”, “Indecenza di Sorcier”, “Il resto di niente”. Postumo, è stato pubblicato, nel 2000, “Giorni di adolescenza”.

SEBASTIANO ADDAMO:

 Catania 1925 – 2000. Poeta narratore. I suoi versi caratterizzati fa forte essenzialità: “La metafora dietro a noi”, “Il giro della vita”, “Le linee della mano”, “Alternative di memoria”. Ha pubblicato anche lavori di narrativa: “Violetta”, “Un uomo fidato”, “Le abitudine e l’assenza”, “Palinsesti borghesi”.

GIUSEPPE CASSIERI:

Rodi Garganico (Foggia) 1926 – vivente. Dopo un periodo neorealistico con romanzi di ambiente borghese, la sua narrativa si è volta alla satira e al grottesco. “Aria cupa”,”La cocuzza”, “Il calcinaccio”, “Le caste pareti”, “Ingannare l’attesa”, “L’uomo in cuffia”, “Diario di un convertito”, “La colombina”, “ Esame di coscienza di un candidato”, “La campana di mezzanotte”. “kultirrmarket”, “Letture di traverso”.

VALTER PEDULLA:

 Sidereo (R. Calabria) 1930. Critico e docente di letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Roma, è autore di numerosi saggi: “La letteratura del benessere”, “La rivoluzione della letteratura”, “Alebrto Savinio, scrittore ipocrita e privo di scopo”, “Miti, finzioni e buone maniere di fine millennio”, “Il ritorno dell’uomo di fumo”, “Lo schiaffo di Svevo”, “Sappia la sinistra quello che fa la destra”, “La narrativa italiana contemporanea”, “Carlo Emilio Gadda. Il narratore come delinquente”.

PASQUALE FESTA CAMPANILE:

Melfi (PZ) 1927 – Roma 1986. Scrittore, lavorò come sceneggiatore per il film: “Rocco e i suoi fratelli” e “Il Gattopardo” di Luchino Visconti. Scrisse sceneggiature anche per Dino Risi. Autore di romanzi: “La nonna Sabelle”, “Per amore, solo per amore” (Premio Campiello 1983), “Il ladrone” (Premio Campiello 1978), “La ragazza di Trieste”, “La strega innamorata”. Ha diretto alcuni film: “Le voci bianche”, “Rugantino”.

ERMANNO REA:

Napoli 1927. Giornalista e scrittore, avviatosi al giornalismo nella redazione napoletana dell’Unità, nel 1957 lasciò definitivamente Napoli per stabilirsi a Roma. Ha pubblicato: “Il Po si racconta”, “L’ultima lezione”, “Sulla misteriosa scomparsa dell’economista Federico Caffè, “Mistero Napoletano”, Premio Viareggio 1996, sulle vicende di giornalisti napoletani di sinistra durante la guerra fredda, “Fuochi fiammanti a un’ora di notte”, Premio Campiello 1999, “La dismissione”, “Napoli ferrovia”.

LUCIANO DE CRESCENZO:

Napoli 1928. Laureatosi in ingegneria, presto si dedicò alla lettere pubblicando romanzi pieni di humor partenopeo: “Così parlò Bellavista”, “Zio Cardellino”, “Croce e delizia”, nonché libri divulgativi dela filosofia e della mitologia classica: “Storia della filosofia greca, I presocratici”, “Da Socrate in poi”, “Ci dialooi o dialoghi???”, “I Miti dell’amore”, “Panta rei”, “Ordine e disordine”.

NINO BORSELLINO:

Reggio Calabria 1929. Critico, insegnò letteratura italiana all’Università di Roma.Ha collaborato all’opera: “Letteratura italiana” diretta da Carlo Muscetta, con i saggi dedicati a Machiavelli, Ariosto, “Gli anticlassicisti del Cinquecento”, “Il teatro del Cinquecento”, “Storia di Verga”, “Ritratto di Pirandello”, “Il socialismo della Ginestra”, “Le tradizioni del comico”.

TULLIO DE MAURO:

Torre Annunziata (Napoli)1932. Linguista, docente di filosofia del linguaggio all’Università di Roma, è autore di un commento al “Corso di linguistica generale” di F. Saussure. Tra le sue opere si segnalano: “Storia linguistica dell’Italia unita”, “Introduzione alla semantica”, “Senso e significato”, “ Le parole e i fatti”, “Minisemantica”, “Il lessico di frequenza dell’italiano parlato”, “Capire le parole”.

GIANPAOLO RUGARLI:

Napoli 1932. Giornalista e scrittore ha esordito con il romanzo: “Il superlativo assoluto”, cui ha fatto seguiro”La troga””. Tra le opere successive: “Andromeda e la notte”, “Il punto di vista del nostro”, “Per i pesci non è un problema”, “L’infinito, forse”: Ha scritto anche due commedie raccolte nel volume: “L’orrore che mi hai dato”.

VINCENZO CONSOLO:

S.Agata di Militello (Messina) 1933. Scrittore, ha pubblicato romanzi: “La ferita dell’aprile”, “Il sorriso dell’ignoto marinaio”. “Le pietre di Pantalico”, “Nottetempo, casa per casa” Premio Strega 992, “L’olivo e l’olivastro”, lavoro che si collega a metà fra il poema e il saggio”, “Lunaria” che è una fiaba dialogata. Per il teatro ha scritto la tragedia “Catarsi”. Ha pubblicato anche saggi: “La pesca del tonno in Sicilia”, “Il Barocco in Sicilia”, “La rinascita di Val di Noto”.

ANTONIO ALTOMONTE:

Palmi (Reggio Calabria) 1934 – Roma 1986 giornalista e narratore, ha scritto romanzi: “Il feudo”, “L’idea del corpo”, Dopo il Presidente”, Premio Viareggio 1978, “Sua Eccellenza”, “Il fratello orientale”, “I cani tiranni”. Ha pubblicato anche biografie e saggi. “Il Magnifico, vita di Lorenzo dei Medici”, “Dante, una vita per l’imperatore” e “Mafia, briganti, camorra e letteratura”.

FABRIZIA RAIMONDINO:

Napoli 1936. E’ stata impegnata a lungo nell’attività sociale, esperienza dalla quale trasse il libro: “Napoli, i disoccupati organizzati”, Più tardi è pervenuta al romanzo e al racconto: “Althenopolis”, “Storia di Patio”, “Un giorno e mezzo”, “Taccuino tedesco” (diario di viaggio), ha scritto anche per il teatro: “Terremoto con madre e figlia”.

CARMELO BENE:

Campi (Lecce) 1937 – Roma 2002. Attore, regista, scrittore. Ha diretto e interpretato opere teatrali e cinematografiche. E’ autore di libri: “Nostra Signora dei Turchi”, “L’orecchio mancante”, “Sovrapposizioni”, con Gilles Deleuze, “Sono apparso alla Madonna”. Ha pubblicato il saggio: “Il teatro senza spettacolo”, tutte opere percorse sempre da uno sperimentalismo istrionico e intelligentemente provocatorio.

CARMEN COVITO:

Castellammare di Stabia (Napoli) 1948. Nei libri che ha pubblicato, ha tratteggiato un divertito ed autoironico ritratto di donna. E lo ha fatto in forma di confessione erotico sentimentale: “La bruttina stagionata”, al quale ha fatto seguito: “Del perché i porcospini attraversano la strada”.

ERRI DE LUCA:

Napoli 1950. Scrittore, ha studiato da sé la lingua ebraica, dopodiché ha tradotto alcuni libri della Bibbia: “Una ricerca della verità”, “attraverso le voci del sacro”, come è stato detto, e che avveniva attraverso le voci del mondo nelle prime opere: “Non ora, non qui”, “Una nuvola come tappeto”, “Aceto, arcobaleno”, “In alto a sinistra”.

GIANNI RIOTTA:

Palermo 1954. Scrittore e giornalista: Corrispondente a New York e commentatore del Corriere della Sera. Come narratore, oltre i racconti dell’esordio: “Cambio di stagione”, ha pubblicato romanzi: “L’ultima dea”, “Ombra”, “Principe delle nuvole”, che spaziano dalla storia d’amore al giallo, alla narrazione sull’onda della memoria.

MARIATERESA DI LASCIA:

Rocchetta Sant’Antonio ( Foggia) 1954 – Roma 1994. <scrittrice lontana dalla mondanità e dal protagonismo, alla ricerca letteraria ha aggiunto l’impegno politico nelle file dei radicali. Ha pubblicato un romanzo: “Passaggio in ombra” in cui rievoca memorie familiari” in un mezzogiorno aspro e dilaniato”. Il romanzo pubblicato postumo, ha ottenuto il Premio Strega 1995. Ha pubblicato anche un libro di racconti. Altri due romanzi: “La coda della lucertola” e “Relazioni sentimentali” sono rimasti inediti per la morte dell’autrice stroncata improvvisamente da un male inesorabile.

tratto da "Scrittori del Sud, da Quinto Orazio Flacco (65 a.c.) ad oggi (Maria Teresa di Lascia)"

 

Ricerca a cura di Franco De Arcangelis
tutti i diritti riservati